
Affetto da una grave patologia infettiva - anche con elevato pericolo per la salute pubblica - era stato curato dalla Sanità pubblica finché era stato detenuto in cella. Poi, una volta uscito e tornato un senza fissa dimora, quelle stesse cure, indispensabili e somministrabili solo in ambienti sanitari gli erano state negate. Per questo motivo l'associazione Avvocato di strada ha trascinato in tribunale la Usl 1 e ha ottenuto dal giudice del civile un'ordinanza con la quale si "dispone che la Usl assicuri tutte le misure terapeutiche di matura indifferibile e urgente necessarie alla tutela della salute dell'interessato". Lo rende noto la stessa associazione che plaude alla decisione del giudice. La coordinatrice del gruppo, avvocato Emma Contarini dichiara: "Sono molto fiera del risultato ottenuto, frutto dal lavoro delle colleghe e dei colleghi volontari e dell'associazione tutta. Una piccola vittoria per noi, una grande vittoria per la persona senza fissa dimora e per la società. Continueremo a lavorare in questa direzione perché difendere i diritti delle persone più deboli significa difendere i diritti di tutte e di tutti".
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Francesca Marruco, classe 1980, giornalista professionista è redattrice al Corriere dell'Umbria. Si occupa principalmente di cronaca nera e giudiziaria. Dalla pandemia in poi, che ha costretto tutti ...