
Sgomberato il campo dalle polemiche del passato, annullata l'ipotetica minaccia di antagonisti (Aimone Romizi ha rassegnato le dimissioni da membro del Cda della Fondazione Umbria jazz designato dal Comune di Perugia), il direttore artistico di Umbria jazz, Carlo Pagnotta, regna incontrastato al timone del suo festival. A cinquant'anni di distanza dalla nascita di Umbria jazz, Pagnotta dunque sembra vivere una sua seconda giovinezza, forte dei successi che inanella edizione dopo edizione (quella del cinquantennale dello scorso luglio ha battuto ogni precedente record di incassi). Sul tavolo della Fondazione Umbria jazz è già pronto il contratto che prevede il prolungamento dell'incarico a Pagnotta per altri due anni, in concomitanza con lo scadere del mandato di Laurenzi quale presidente della Fondazione.
- Allora presidente Laurenzi, il contratto è stato firmato?
Il contratto è già pronto ? afferma Laurenzi ? ma tecnicamente non lo abbiamo ancora firmato. La firma è stata rinviata al termine di Umbria jazz weekend a Terni, perché Carlo non era a Perugia e perché siamo stati impegnati nel festival di Terni. Quindi forse già domani firmeremo il contratto.
- Il contratto prevede il prolungamento dell'incarico a Pagnotta per altri due anni, questo vuol dire che alla scadenza dei due anni, decadrà definitivamente anche l'incarico a Pagnotta?
Deciderà il prossimo presidente, al termine del 2025 e di Umbria jazz winter a Orvieto. Le competenze in merito passeranno al prossimo Consiglio della Fondazione.
- Attualmente ci sono candidati per la prossima presidenza?
È ancora un po' presto per parlarne.
- Quindi Carlo Pagnotta si può ritenere soddisfatto?
Eh sì.
- In realtà, nonostante le sue rassicurazioni a luglio, al termine di Umbria jazz, Pagnotta nutriva ancora qualche dubbio. In quell'occasioni gli chiesi cosa ne pensasse del fatto che si parlava di una sua riconferma e mi rispose: "Mah, va a fidarti di questi politici!"
Sì, questo è uno degli aspetti del carattere di Pagnotta, ma ora tutto è stato chiarito e tra l'altro il nuovo successo di Umbria jazz weekend a Terni, dimostra che siamo sulla strada giusta.
- Quindi questa formula, svolgimento in fine estate e concerti gratuiti, sembra funzionare?
Forse abbiamo azzeccato il format giusto per Terni.
- Suppone che questa sperimentazione per il cinquantennale avrà un seguito anche per i prossimi anni oppure no?
Con i concerti gratuiti nel centro storico a Terni, abbiamo riacceso l'entusiasmo del pubblico.
- Eppure c'è chi ha fatto presente che i concerti nelle piazze sono stati ripetitivi, gli stessi artisti per i 4 giorni di festival?
C'è un problema di fondo. A settembre gli artisti non sono in tour e bisogna portarli appositamente con maggiori spese di biglietto aereo. E tutti sanno quanto è lievitato il costo dei biglietti aerei. E' questo il limite che abbiamo incontrato quest'anno.
- Un problema che potrebbe essere superato con la disponibilità di un budget maggiore?
Sicuramente.
-Per la edizione numero 51 di Umbria jazz, Pagnotta sta già lavorando?
Prima c'è Orvieto, ma il programma di Umbria Jazz Winter è già pronto da giugno.
- Appunto. Quindi Pagnotta è già concentrato sulla prossima edizione. C'è qualche cosa di clamoroso in vista?
Di clamoroso per ora sembra di no. Ma Pagnotta sotto questo aspetto è sempre molto abbottonato.
- E' da anni che il direttore artistico insegue Stevie Wonder. Il 2024 sarà l'anno giusto per ascoltarlo a Perugia?
"Si devono creare le condizioni adeguate come nel caso di un eventuale tour dell'artista e gli eventuali costi. Sarebbe un sogno".
- Allora presidente Laurenzi, il contratto è stato firmato?
Il contratto è già pronto ? afferma Laurenzi ? ma tecnicamente non lo abbiamo ancora firmato. La firma è stata rinviata al termine di Umbria jazz weekend a Terni, perché Carlo non era a Perugia e perché siamo stati impegnati nel festival di Terni. Quindi forse già domani firmeremo il contratto.
- Il contratto prevede il prolungamento dell'incarico a Pagnotta per altri due anni, questo vuol dire che alla scadenza dei due anni, decadrà definitivamente anche l'incarico a Pagnotta?
Deciderà il prossimo presidente, al termine del 2025 e di Umbria jazz winter a Orvieto. Le competenze in merito passeranno al prossimo Consiglio della Fondazione.
- Attualmente ci sono candidati per la prossima presidenza?
È ancora un po' presto per parlarne.
- Quindi Carlo Pagnotta si può ritenere soddisfatto?
Eh sì.
- In realtà, nonostante le sue rassicurazioni a luglio, al termine di Umbria jazz, Pagnotta nutriva ancora qualche dubbio. In quell'occasioni gli chiesi cosa ne pensasse del fatto che si parlava di una sua riconferma e mi rispose: "Mah, va a fidarti di questi politici!"
Sì, questo è uno degli aspetti del carattere di Pagnotta, ma ora tutto è stato chiarito e tra l'altro il nuovo successo di Umbria jazz weekend a Terni, dimostra che siamo sulla strada giusta.
- Quindi questa formula, svolgimento in fine estate e concerti gratuiti, sembra funzionare?
Forse abbiamo azzeccato il format giusto per Terni.
- Suppone che questa sperimentazione per il cinquantennale avrà un seguito anche per i prossimi anni oppure no?
Con i concerti gratuiti nel centro storico a Terni, abbiamo riacceso l'entusiasmo del pubblico.
- Eppure c'è chi ha fatto presente che i concerti nelle piazze sono stati ripetitivi, gli stessi artisti per i 4 giorni di festival?
C'è un problema di fondo. A settembre gli artisti non sono in tour e bisogna portarli appositamente con maggiori spese di biglietto aereo. E tutti sanno quanto è lievitato il costo dei biglietti aerei. E' questo il limite che abbiamo incontrato quest'anno.
- Un problema che potrebbe essere superato con la disponibilità di un budget maggiore?
Sicuramente.
-Per la edizione numero 51 di Umbria jazz, Pagnotta sta già lavorando?
Prima c'è Orvieto, ma il programma di Umbria Jazz Winter è già pronto da giugno.
- Appunto. Quindi Pagnotta è già concentrato sulla prossima edizione. C'è qualche cosa di clamoroso in vista?
Di clamoroso per ora sembra di no. Ma Pagnotta sotto questo aspetto è sempre molto abbottonato.
- E' da anni che il direttore artistico insegue Stevie Wonder. Il 2024 sarà l'anno giusto per ascoltarlo a Perugia?
"Si devono creare le condizioni adeguate come nel caso di un eventuale tour dell'artista e gli eventuali costi. Sarebbe un sogno".