
Scivola di cento posizioni l'Università degli studi di Perugia nella classifica Arwu (Academic ranking of world universities), stilata dall'organizzazione indipendente Shanghai ranking consultancy. Il peggioramento arriva dopo anni di riconferme alla medesima posizione: dal 2019, infatti, l'Unipg si trovava nella fascia mondiale 401-500; invece quest'anno l'ateneo umbro cade nel range successivo, ovvero tra 501 e 600, posizionandosi al 22esimo posto fra gli atenei italiani inseriti nel ranking mondiale. Nella stessa fascia troviamo la Normale di Pisa, Catania, Palermo, Parma, Roma Tor Vergata e Verona. Da ricordare che nella classifica Arwu vengono censite in totale 2.500 università nel mondo e le prime 1.000 ricevono l'onore della pubblicazione, di queste 40 sono italiane. E a guidare la classifica generale, per il 22esimo anno consecutivo, è l'americana Harvard. Mentre la Sapienza di Roma è il primo e unico ateneo italiano nella fascia 101-150, ovvero tra le prime 150 università al mondo. Tra i migliori italiani ci sono anche le università di Milano, Padova e Pisa, che però rientrano nella fascia successiva, dalla 151 alla 200. Torino, Bologna e Napoli li troviamo, con il Politecnico di Milano, nel range da 201 a 300. Per l'Università di Perugia la cattiva notizia arrivata dall'annuale rapporto sul ranking Arwu si unisce a quella giunta qualche settimana sulla classifica italiana redatta dal Censis. Dopo decenni in cui l'ateneo di Perugia poteva vantare il primato nella sezione Grandi atenei, dal 2022 si deve accontentare del secondo posto, dopo Pavia, con una distanza che quest'anno si è andata ulteriormente allargando passando dallo 0,2% allo 0,7% in meno. Ma cosa dice il rettore Maurizio Oliviero? Per ora tace.