
"Mi preme chiarire che non è vero che ho un arretrato di 858 sentenze: innanzitutto perché quelle non sono sentenze". Il giudice poeta, Ernesto Anastasio, sospeso da incarico e stipendio dal Csm per avere accumulato enormi ritardi nel deposito dei provvedimenti al tribunale di Sorveglianza di Perugia, torna a parlare: "Questo numero - dice - ingloba provvedimenti di varia natura e difficoltà: possono essere ordinanze e allora sono cose più serie oppure sono cose molto banali, posso anche aspettare un po'. Faccio un esempio: se il detenuto che ha fine pena nel 2030 aspetta anche per un anno lo sconto di 45 giorni non è che lo perde, verrà riconosciuto dopo. Tra queste 858 pratiche ce ne sono 250 che effettivamente meritano un'attenzione in più perché sono cose importanti dalle quali non è giusto esimersi. Ma le altre hanno un'importanza molto relativa. Sono questioni amministrative. Tutto ha dignità e io rispetto i detenuti ma ci sono cose più o meno urgenti".
Il 54enne vuole inoltre sottolineare che ad agosto ha lavorato cercando di recuperare: "Mi sono revocato le ferie e negli ultimi tre mesi ho prodotto 280 provvedimenti. Qualche carta l'ho mossa anche io insomma. Con questo non voglio nascondermi dietro un dito: ci sono cose che avrei dovuto fare con più solerzia, ma un centinaio di provvedimenti amministrativi come la maggior parte di quelli che non ho scritto, possono essere adottati in cinque giorni di lavoro. Se, come mi auguro applicheranno a Perugia un altro magistrato, quando arriverà si farà una risata per questo". E sui tre detenuti scarcerati per mancata revoca della misura alternativa - oggetto di segnalazione specifica dice - "É un addebito grave, non mi ero mai macchiato di questa mancanza. E' capitato in un momento di grave crisi personale per me, ero sopraffatto da difficoltà e ho perso il timone. Ma uno dei tre non doveva tornare in carcere bensì ai domiciliari, dove poi è tornato quando ho depositato il provvedimento. Un altro giovane spacciatore di piccolo calibro purtroppo poi non sappiamo più dove è andato a finire". Pensa che il provvedimento adottato dal Csm sia stato eccessivamente duro? "Non voglio fare la vittima non mi voglio sottrarre alle mie responsabilità ma è stato troppo bello trovare uno come me che scrive le poesie e si difende dicendo la verità e non le solite p******** , è stato edificante per tutti loro trattarmi con il vigore che forse avrebbero dovuto usare anche in altri casi".

Francesca Marruco, classe 1980, giornalista professionista è redattrice al Corriere dell'Umbria. Si occupa principalmente di cronaca nera e giudiziaria. Dalla pandemia in poi, che ha costretto tutti ...