
Una paziente affetta da una grave forma di ernia cervicale è stata salvata con un intervento mininvasivo. La storia a lieto fine arriva dall'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. Le difficoltà, come spiega l'azienda ospedaliera, sussistevano perché "l'ernia esercitava una compressione sia sul midollo che sulla radice cervicale provocando alla paziente forti dolori al braccio e un potenziale rischio di tetraplegia".
L'equipe chirurgica della struttura complessa di Neurochirurgia diretta dalla dottoressa Nunzia Cenci, ha eseguito il delicato intervento su una giovane paziente di 40 anni. L'equipe chirurgica era composta da chirurghi Rodolfo Corinaldesi e Giovanni Ghetti, dal medico anestesista Noemi Speranza, dall'infermiera strumentista Giovanna Chessa e dall' infermiera di sala operatoria, Donatella Pieretti. Guidata dal dottor Rodolfo Corinaldesi, ha deciso subito di intervenire per scongiurare che l'ernia potesse provocare una lesione al midollo e, di conseguenza, danni permanenti alla paziente. L'azienda ospedaliera descrive: "L'intervento, della durata di due ore, è stato eseguito in micro chirurgia ed è consistito nel praticare un piccolo taglio nella regione anteriore del collo per raggiungere la colonna cervicale anteriore. A quel punto l'equipe ha asportato il disco intervertebrale danneggiato e lo ha sostituito con una protesi discale. L'intervento, perfettamente riuscito, ha permesso sia la decompressione delle strutture nervose (midollo spinale e radici nervose), che la possibilità, grazie alla protesi, di non perdere la mobilità del rachide cervicale". La donna, dopo un breve periodo di degenza, è stata dimessa dall'ospedale.

Gabriele Ripandelli, classe 1999, perugino. Laureato in Comunicazione pubblicitaria all'Università Stranieri di Perugia, impegnato nella magistrale all'ateneo Roma 3. Da sempre appassionato di giorna...