Una cosa è certa: lui è davvero un Supervvissuto. Infaticabile. Mentre la sua serie, intitolata proprio Il Supervissuto, spopola su Netflix e conquista il primo gradino delle più viste nella top 10 del weekend, Vasco Rossi annuncia in un colpo solo cinque date del Live Tour 24 negli stadi. E finalmente il Blasco torna alla conquista di San Siro: ben quattro concerti: 7, 8, 11 e 12 giugno. Poi uno show nel sud Italia, il 25 dello stesso mese al San Nicola di Bari. Biglietti in vendita dal 4 ottobre dalle 12 per il Blasco Fan Club; dalle 12 del 5 per gli utenti iscritti a My Live Nation; dalle 12 del 6 su Vivaticket, Ticketmaster, Ticketone. Le radio partner saranno Radio Italia e Radio 2.
Facile immaginare che come sempre i tagliandi saranno bruciati in pochi giorni. Accade da decenni. L'attesa che Vasco si esibisca di nuovo a San Siro, tra l'altro, si sta consumando dal 2019 e i fans hanno richiesto a gran voce che il re del rock tornasse in quello che è sicuramente il feudo principale del suo impero. E se Gli sbagli che fai, sua ultima canzone scritta appositamente per la docuserie è stata premiata da milioni di ascolti in pochi giorni, a rapire gli amanti del Kom, ma anche del rock e della musica in genere, sono state proprio le cinque puntate lanciate su Netflix. Una serie scritta splendidamente da Igor Artibani e Guglielmo Ariè insieme a Pepsy Romanoff che l'ha anche diretta perfettamente. Un viaggio da vivere tutto d'un fiato che aiuta a conoscere un po' meglio Vasco non solo dal punto di vista artistico, ma soprattutto umano.
Il Komandante si racconta come al solito all'insegna di quella verità "che non ha bisogno mai di scuse", svelando particolari sul suo essere contemporaneamente sopravvissuto e supervissuto, senza sottrarsi dagli argomenti più scomodi, come gli anni scanditi a colpi di sostanze stupefacenti, e da quelli più privati, dalle coccole a suo figlio Luca, al riconoscimento degli altri Rossi junior, passando per la costruzione della famiglia insieme a Laura Schmidt. Dalla vittoria dal concorso canoro Usignolo d'oro quando era poco più di un bambino, a inarrivabile re del rock che ha dedicato la vita alla musica e al suo pubblico e che per ritemprarsi deve volare a Los Angeles, dove diventa "uno qualunque" oppure fuggire tra i boschi della sua terra, Zocca, paesino di poco più di 4.500 anime . L'avventura di Punto Radio, i primi concerti, l'ispirazione per i suoi brani entrati nella storia della musica, i complessi rapporti con i collaboratori principali, l'amara parentesi del carcere, lo show di Sanremo. Ne Il Supervissuto c'è davvero di tutto, raccontato alternando asprezza e dolcezza, come un concerto in cui si alternano i pezzi duri e le struggenti ballate.
A caratterizzare la docuserie e a renderla unica, non sono soltanto le parole del Blasco, ma anche quelle dei componenti della sua kombriccola professionale e in parte personale: dall'amico d'infanzia Otello Otis Righetti al manager Floriano Fini, dal musicista e autore Gaetano Curreri al regista Mauro Luccarini, dal compositore Celso Valli al tecnico del suono Maurizio Biancani Nerozzi, e ancora il figlio Luca, la moglie Laura Schmidt, don Luigi Ciotti, il chitarrista e compositore Vince Pastano, il regista Pepsy Romanoff, lo storico stage manager Diego Spagnoli, il creativo dell'immagine Arturo Bertusi, il fenomeno delle due ruote Valentino Rossi. Testimonianze che aiutano a dare soltanto una sbirciatina al suo mondo, tanto semplice quanto al tempo stesso complesso e geniale. Perché come spiega Laura nel finale, con gli occhi lucidi e torturando uno dei suoi riccioli biondi Vasco è "immenso. C'è tanto dentro. Tantissimo. Più dentro che fuori". Il Supervissuto aiuta a scoprirne un altro pezzetto. Solo un pezzetto.
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Twitter: GiusSil

Giuseppe Silvestri, caporedattore web nell'ufficio di direzione. Ascolano, classe '67, ha iniziato a scrivere per i quotidiani a 17 anni. Al Gruppo Corriere dal 1995. Dopo esperienze in tutti i settor...