
E' sufficiente il clima metereologico, non c'è bisogno di attizzare il fuoco per il vertice governo-opposizioni sul salario minimo. L'incontro in programma per avviare un dialogo è stato promosso dalla premier Giorgia Meloni, che al tavolo vuole anche i vicepremier Salvini e Tajani oltre al ministro del Lavoro Calderone. Segno che ha intenzione di fare sul serio. Le minoranze ? tranne Renzi che non è tra i firmatari della proposta di legge del centrosinistra ? vanno a Palazzo Chigi facendosi precedere dai sospetti, quasi a sperare che l'incontro possa saltare pur di darne la colpa alla presidente del Consiglio. In realtà, a far girare la testa ha cominciato proprio Elly Schlein, con la pretesa di trasformare il vertice in una specie di happenning in cui è la segretaria del Pd a voler fissare regole e argomenti.
A partire dagli alluvionati dell'Emilia Romagna per finire con Marcello De Angelis. Il che francamente non aiuta a cercare soluzione per un problema che è reale, quello dei salari bassi, e che la sinistra al governo si è scordata di risolvere e che ora pretende che lo faccia la destra. La Meloni è pronta a fare la sua parte, ma appiccare l'incendio non serve alla causa. Persino Giuseppe Conte si mette a rivendicare la linea dei Cinque stelle: lo dice alla premier, in realtà punta la Schlein?
Il resto delle opposizioni fa la solita commedia. Se ha un senso la riunione a Palazzo Chigi è proprio per dare una risposta concreta a quei lavoratori che sono sottopagati. Serve una legge? Incentivi alla contrattazione? O altro ancora? Di questo bisognerà parlare tra leaders politici e non di propaganda. Altrimenti è meglio dire subito che non c'è la volontà di parlare con chi governa, se poi si va ad incontrarlo con le solite riserve mentali. La politica, a certi livelli, torni ad essere una cosa seria.