Non si è negazionisti se si denunciano le sciocchezze della sinistra in epoca Covid. Perché quelli che ne hanno dette e fatte troppe ora hanno il terrore che le magagne possano venire a galla anche in sede giudiziaria. Intanto, circola un libro edito da Koinè, che mette a nudo quello che combinò il governo Conte. Di fronte ad un popolo che comunque fu disciplinatissimo, l'esecutivo capeggiato dall'attuale leader pentastellato ne fece di tutti i colori. E il giornalista Max Parisi con il leghista Davide Caparini non ci stanno a calare il sipario su troppi errori e hanno tirato giù un libro significativamente intitolato "L'Armata rotta". "L'unica forza politica che chiese di chiudere le frontiere fu la Lega", è stato l'incipit della conferenza stampa di presentazione del libro.

Il virus arrivava dalla Cina e il governo esitava nel chiudere le frontiere ai passeggeri in viaggio da quel Paese. Era il tempo in cui il fronte dell'opposizione annoverava Matteo Salvini, che i Cinque Stelle accusavano di allarmismo, in pratica attribuendogli anche razzismo contro i cinesi. Eppure uno degli episodi indimenticabili del tempo su il Covid beccato dall'allora segretario del Pd, Nicola Zingaretti: glielo regalarono a Milano nei famosi aperitivi che doveva servire a debellare la paura? Mica solo Salvini. Anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, subì attacchi durissimi. "Dissero che siamo i soliti razzisti...", ha ricordato il presidente dei senatori leghisti, Massimiliano Romeo: "Ridicolizzarono il presidente Fontana, salvo poi obbligare l'uso delle mascherine dopo averle regalate ai cinesi...". Parisi e Caparini, nel libro, si pongono vari interrogativi che sono rimasti ancora insoluti. "Perché l'Oms, che era presente in Cina non ha bloccato i collegamenti da e per Whuan e la provincia dell'Hubei?". Era la stessa organizzazione che commissionava rapporti compiacenti sull'Italia che non applicava nemmeno il piano pandemico esistente?