Intervista a Rambosmash: "Sogno di far ridere le persone"
Il ristoratore di Foligno è virale sui social con doppiaggi e sketch in dialetto

"Sogno di far sorridere più persone possibili, di essere riconosciuto come Andrea quello che fa ridere". Andrea Rambotti è ormai una potenza della risata sui social: in dialetto folignate si produce in doppiaggi esilaranti e parodie, video ormai visti da milioni di persone. Come in quelli, recenti, del filone dei gorilla: una clip è arrivata a essere visualizzata da quasi 4 milioni di utenti. Rambotti, come è nata questa sua particolare verve? "Da piccolo. Mi piaceva doppiare i film".
Quando è balzato all'attenzione del popolo dei social?
"Nel 2015 fu creata un'applicazione, si chiamava Dabsmash e aveva citazioni di film, musiche, balletti... Feci uno sketch di senso compiuto con protagonisti Berlusconi e Renzi. Lo misi sul mio profilo personale di Facebook ed ebbe un discreto successo. Così un mio vecchio amico di scuola, Daniele Mastrini, mi diede l'idea di farci una pagina apposita".
Così è nato Rambosmash...
"Esatto. Non credevo di essere il tipo capace di rivolgersi alle persone in questa chiave ironica. Ma ha funzionato subito. Il nome è nato dalla fusione del mio cognome con l'applicazione che usavo a quei tempi. Nel corso degli anni ho pensato di cambiarlo, ma poi per scaramanzia l'ho conservato".
E il suo modo di far ridere si è evoluto...
"Presi delle parrucche e iniziai a fare scene di vita familiare di tutti giorni. Migliorai i doppiaggi grazie ad applicazioni via via più moderne. Con i video di SpongeBob e Twilight sono esploso su Facebook. Poi ho continuato i doppiaggi, i vari sketch. Ho inserito anche dei monologhi, poi alcuni dialoghi".
Che tipo di produzione c'è dietro?
"Io e basta. Sono da solo con il mio smartphone, nessuna spalla tecnica. Niente di professionale. Magari ora acquisterò dell'attrezzatura più specifica, ma continuerò a fare tutto io".
Quanto tempo serve per creare uno dei suoi video?
"Una ventina di minuti per quelli senza travestimenti. Importante è azzeccare subito il taglio della voce e capire come interpretare i gesti, soprattutto quelli degli animali".
E per l'ispirazione? Si confronta con qualcuno?
"Molte persone mi aiutano segnalandomi doppiaggi da fare. Solitamente nelle pause del mio lavoro mi vengono le idee migliori, quasi sempre a pochi minuti dalla ripresa del turno pomeridiano nel ristorante che gestisco a Civitanova Marche".
Lei lavora nella ristorazione come riesce a conciliare il tempo tra piacere e dovere?
"In realtà io nasco geometra, ma da sempre ho lavorato nella ristorazione e non nego che, spesso, dal mio mondo ho trovato fonte di ispirazione. I clienti ormai mi riconoscono e mi fa sempre un grande effetto. Molti si scusano in anticipo e mi chiedono se io sono Rambosmash. Altri si stupiscono se rispondo a commenti sui social".
Come la dobbiamo definire allora?
"Di sicuro non influencer. Non mi piace. Mi ritengo un portatore di contenuti comici o di sorrisi. Ecco, aver strappato una risata a tante persone durante la pandemia è stato motivo di grande soddisfazione".
Ha un sogno nel cassetto riferito alla sua vena artistica?
"Per ora vivo tutto come un hobby, ho avuto tante proposte, come sponsorizzare locali, ma dico quasi sempre di no. Preferisco selezionare in base a cosa mi piace fare. Penso però che questa mia inclinazione possa avere un ruolo più grande nella vita futura, ma non mi faccio aspettative pur sperando di essere sorpreso da quello che mi riserveranno i prossimi anni. Il mio sogno però resta sempre e solo uno: riuscire a far ridere più persone possibili".
Ma nessuno del mondo dello spettacolo l'ha mai contattata in questi anni in cui sui social si è comunque ritagliato uno spazio significativo?
"Qualcuno inizia a seguirmi. Ho avuto modo di conoscere Virginia Raffaele per esempio. E poi Paolo Ruffini con cui ci sentiamo ogni tanto anche perché con la sua agenzia di talent abbiamo iniziato un discorso. Vediamo, potrebbe essere un trampolino di lancio, loro lavorano in maniera diversa da tutte le altre e mi piacciono. Chissà che non possa nascere un particolare percorso...".
Ultima cosa, i familiari che dicono quando vedono i suoi video?
"Intanto nessuna anticipazione. Anche alla mia fidanzata Martina faccio vedere i video una volta che sono ormai pubblicati. Mio padre (ex giocatore di basket molto conosciuto a Foligno, ndr) mi suggerisce di continuo video di animali da doppiare, invece mia madre spesso la pubblico nei miei sketch e si diverte ad essere riconosciuta oltre a essere la mia prima tifosa insieme a mia sorella Chiara".
"Nel 2015 fu creata un'applicazione, si chiamava Dabsmash e aveva citazioni di film, musiche, balletti... Feci uno sketch di senso compiuto con protagonisti Berlusconi e Renzi. Lo misi sul mio profilo personale di Facebook ed ebbe un discreto successo. Così un mio vecchio amico di scuola, Daniele Mastrini, mi diede l'idea di farci una pagina apposita".
Così è nato Rambosmash...
"Esatto. Non credevo di essere il tipo capace di rivolgersi alle persone in questa chiave ironica. Ma ha funzionato subito. Il nome è nato dalla fusione del mio cognome con l'applicazione che usavo a quei tempi. Nel corso degli anni ho pensato di cambiarlo, ma poi per scaramanzia l'ho conservato".
E il suo modo di far ridere si è evoluto...
"Presi delle parrucche e iniziai a fare scene di vita familiare di tutti giorni. Migliorai i doppiaggi grazie ad applicazioni via via più moderne. Con i video di SpongeBob e Twilight sono esploso su Facebook. Poi ho continuato i doppiaggi, i vari sketch. Ho inserito anche dei monologhi, poi alcuni dialoghi".
Che tipo di produzione c'è dietro?
"Io e basta. Sono da solo con il mio smartphone, nessuna spalla tecnica. Niente di professionale. Magari ora acquisterò dell'attrezzatura più specifica, ma continuerò a fare tutto io".
Quanto tempo serve per creare uno dei suoi video?
"Una ventina di minuti per quelli senza travestimenti. Importante è azzeccare subito il taglio della voce e capire come interpretare i gesti, soprattutto quelli degli animali".
E per l'ispirazione? Si confronta con qualcuno?
"Molte persone mi aiutano segnalandomi doppiaggi da fare. Solitamente nelle pause del mio lavoro mi vengono le idee migliori, quasi sempre a pochi minuti dalla ripresa del turno pomeridiano nel ristorante che gestisco a Civitanova Marche".
Lei lavora nella ristorazione come riesce a conciliare il tempo tra piacere e dovere?
"In realtà io nasco geometra, ma da sempre ho lavorato nella ristorazione e non nego che, spesso, dal mio mondo ho trovato fonte di ispirazione. I clienti ormai mi riconoscono e mi fa sempre un grande effetto. Molti si scusano in anticipo e mi chiedono se io sono Rambosmash. Altri si stupiscono se rispondo a commenti sui social".
Come la dobbiamo definire allora?
"Di sicuro non influencer. Non mi piace. Mi ritengo un portatore di contenuti comici o di sorrisi. Ecco, aver strappato una risata a tante persone durante la pandemia è stato motivo di grande soddisfazione".
Ha un sogno nel cassetto riferito alla sua vena artistica?
"Per ora vivo tutto come un hobby, ho avuto tante proposte, come sponsorizzare locali, ma dico quasi sempre di no. Preferisco selezionare in base a cosa mi piace fare. Penso però che questa mia inclinazione possa avere un ruolo più grande nella vita futura, ma non mi faccio aspettative pur sperando di essere sorpreso da quello che mi riserveranno i prossimi anni. Il mio sogno però resta sempre e solo uno: riuscire a far ridere più persone possibili".
Ma nessuno del mondo dello spettacolo l'ha mai contattata in questi anni in cui sui social si è comunque ritagliato uno spazio significativo?
"Qualcuno inizia a seguirmi. Ho avuto modo di conoscere Virginia Raffaele per esempio. E poi Paolo Ruffini con cui ci sentiamo ogni tanto anche perché con la sua agenzia di talent abbiamo iniziato un discorso. Vediamo, potrebbe essere un trampolino di lancio, loro lavorano in maniera diversa da tutte le altre e mi piacciono. Chissà che non possa nascere un particolare percorso...".
Ultima cosa, i familiari che dicono quando vedono i suoi video?
"Intanto nessuna anticipazione. Anche alla mia fidanzata Martina faccio vedere i video una volta che sono ormai pubblicati. Mio padre (ex giocatore di basket molto conosciuto a Foligno, ndr) mi suggerisce di continuo video di animali da doppiare, invece mia madre spesso la pubblico nei miei sketch e si diverte ad essere riconosciuta oltre a essere la mia prima tifosa insieme a mia sorella Chiara".

Nicola Uras, classe 1980, fa parte della redazione cronaca. Nato in Sardegna, a Nùoro (rigorosamente con l'accento sulla u), ha però ormai trascorso più di metà della sua vita in Umbria. Laureato ...