
E' ormai alle porte la nuova stagione della caccia, e inevitabilmente torna alla mente il ricordo di Davide Pampiano, il giovane ucciso durante una battuta dal colpo di un fucile l'11 gennaio 2023 ad Assisi. L'incidente che lo ha visto coinvolto ed in cui ha perso la vita - riporta Umbria 24 - ha avuto una risonanza mediatica rilevante. A catturare l'attenzione è stato il comportamento di Piero Fabbri, l'uomo che dopo aver colpito mortalmente Davide con il fucile, invece di chiamare i soccorsi ha provveduto a depistare le indagini scaricando l'arma del ragazzo (così da far sembrare che lo sparo fosse arrivato da lui), nascondendo la propria e sostenendo al telefono che il giovane, ferito ma cosciente, si era sparato da solo. Nei giorni successivi alla sua morte, Fabbri si era recato più volte a casa della famiglia, dove era arrivato a dire "se non ci fossi stato io, sarebbe morto da solo". Ad incastrare il cacciatore sono state le immagini registrate dalla telecamera che Pampiano portava con sé, le quali hanno garantito l'arresto dell'uomo. "A fronte di un comportamento così grave - spiega la sorella di Davide, Valeria Pampiano, a Umbria 24 - non solo non hanno preso alcuna posizione molti dei cacciatori della sua squadra, né le altre squadre, ma, circostanza ancora più grave, non vi è stata alcuna presa di posizione da parte delle diverse Associazioni dei cacciatori. Ciò nonostante che il comportamento di Piero Fabbri leda in maniera gravissima l'immagine di tutta la categoria che le associazioni medesime sono chiamate a rappresentare. Un silenzio che dice molto, anzi moltissimo. Invitiamo i rappresentanti delle associazioni medesime ad un'attenta riflessione sul comportamento tenuto, in considerazione del rispetto del ruolo e dell'etica che la caccia deve avere in un civile contesto sociale".

Classe '97, perugina doc. Dopo il liceo di Scienze Umane, la laurea triennale in Scienze Politiche, poi la magistrale in Scienze della Comunicazione. Dopo il master Social media management a Milano, ...