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Assisi, la Lega propone una tassa d'ingresso sul modello di Venezia. Frena l'assessore Leggio

Vista di Assisi Assisi

Assisi come Venezia, da qualche giorno promotrice di 5 euro per entrare nei giorni da bollino nero? L'idea di una tassa ingresso era stata lanciata a marzo dal consigliere Francesco Mignani della Lega Assisi e se ne era anche discusso in consiglio comunale. Ma se nella città lagunare la tassa partirà in via sperimentale dal 2024, difficilmente Assisi potrà seguire le orme. Non solo perché a Venezia il turismo non è religioso, ma per alcune difficoltà logistiche e costituzionali: "Premesso che il ragionamento di tassare la persona che arriva ad Assisi in maniera mordi e fuggi è in parte condivisibile - spiega l'assessore Fabrizio Leggio a proposito della tassa di ingresso - in Italia c'è la libera circolazione delle persone, costituzionalmente garantita". Il titolare della delega al turismo ricorda che per Venezia è molto più facile controllare chi entra ("Basterebbe legare la tassa al servizio del traghetto o, come a Civita di Bagnoregio, far pagare l'ingresso nell'unico punto di accesso") mentre ad Assisi sarebbe oggettivamente più difficile non solo controllare chi è in città per un giorno o per più giorni, ma anche controllare che tutti effettivamente paghino. Senza contare che anche a Venezia è due anni che si discute del balzello rimandando la sua entrata. Insomma al momento rimarrà in vigore la tassa di soggiorno e non ci saranno altri balzelli per il cosìddetto turismo mordi e fuggi; ma anche il turismo stanziale ha i suoi problemi, come dimostra la polemica sul traffico, viabilità che in gran parte è congestionata dall'esplosione dei b&b. "Ci arrivano continuamente richieste di poter trasformare case e appartamenti in precedenza destinati alla residenzialità in dei b&b o in delle stanze con bagno. - sottolinea Leggio - Sono immobili che vengono persi e che difficilmente verranno recuperati, un tema su cui abbiamo cercato di sensibilizzare con la provocazione della tassa di soggiorno. E anche il ddl Santanché recentemente presentato (che prevede tra l'altro il soggiorno per almeno 2 notti nei centri storici di 14 città metropolitane e un migliaio di comuni ad alta densità turistica) non risolve i problemi". Tant'è che Firenze si sta muovendo da sola, proponendo di limitare nuovi affitti brevi nell'area Unesco, Imu azzerata a chi converte un affitto breve in affitto lungo, limite di 120 giorni per gli affitti brevi oltre i quali considerare l'attività come impresa, con relativo adeguamento di adempimenti e tasse. "Ma Firenze - conclude l'assessore - può farlo in un quadro della normativa regionale che l'Umbria ancora non ha".