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Manovra fiscale, bagarre in consiglio regionale. Dalla mozione di sfiducia alle tasse: duro scontro tra centrodestra e giunta Proietti

Dopo le urla e gli insulti in piazza del mattino, lo scontro si è spostato in aula

Alessandro Antonini

10 Aprile 2025, 14:43

Manovra fiscale, bagarre in consiglio regionale. Dalla mozione di sfiducia alle tasse: duro scontro tra centrodestra e giunta Proietti

Inizio di seduta ad alta tensione quelle del consiglio regionale di giovedì 10 aprile che discute la manovra fiscale più pesante degli ultimi decenni: dopo revisioni su revisioni, gettito da 184 milioni in tre anni da Irpef e Irap, per coprire il disavanzo in sanità (passato da -90 milioni a -73 per poi chiudere -52 milioni comprensivi della quota del fondo di dotazione) e altre voci fino ad arrivare alla compensazione dei tagli del governo (-40 milioni in tre anni). La decisione di mettere le mani nelle tasche degli umbri - in particolare quelli sopra i 28 mila euro lordi di reddito l’anno, visto che fino a 28 mila non ci sono aumenti e anzi per la fascia 14-28 è prevista una diminuzione - è arrivata nelle scorse settimane dopo una contestata due diligence affidata a Kpmg. Dopo le urla e gli insulti in piazza del mattino, lo scontro si è spostato in aula.

Minuto di silenzio contro i femminicidi, question time e poi pronti via: il centrodestra chiede di discutere la mozione di sfiducia, che bloccherebbe i lavori d’aula facendo slittare la manovra bis (il cosiddetto filibustering) a oltre il 15 aprile, scongiurando così gli aumenti Irpef per il 2025. Ma la presidente dell’assemblea Sarah Bistocchi fa presente che si avvarrà del tempo necessario (non ci sono limiti da regolamento) per valutare l’ammissibilità. Le opposizioni vogliono lo stop dei lavori per convocare la capogruppo ma la richiesta viene bocciata, 13 no e 8 sì. Altra richiesta di sospensione da parte delle minoranze per discutere con le parti sociali, anche questa respinta. Lo scontro è duro. Inizia la discussione sulla manovra e la situazione peggiora.

La minoranza chiede di indicare il proprio relatore ma il passaggio non era stato fatto in commissione e quindi il centrosinistra da regolamento mette ai voti: di nuovo 13 contro 8, richiesta respinta. "Ci mettete il bavaglio", urlano dai banchi del centrodestra. Con l’intervento di Francesco Filipponi (Pd), relatore di maggioranza, inizia il dibattito sulla manovra. Subito dopo interviene come consigliere dem l’assessore al Bilancio Tommaso Bori, che illustra per primo il maxi emendamento della maggioranza, quello della manovra 2.0, e non il ddl originario da 323 milioni. Attacca Eleonora Pace (FdI), "state violando il regolamento", prima il ddl, dopo gli emendamenti. Ma Bori va avanti. È solo l’inizio della lunga battaglia in aula sulle tasse.

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