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ECONOMIA

Dazi Stati Uniti, a rischio export per 700 milioni di euro. Franceschini (Confartigianato): "I danni sarebbero enormi". Le possibili ripercussioni in Umbria

Catia Turrioni

09 Febbraio 2025, 09:25

Dazi Stati Uniti, a rischio export per 700 milioni di euro. Franceschini (Confartigianato): "I danni sarebbero enormi". Le possibili ripercussioni in Umbria

Una eventuale introduzione dei dazi di Trump metterebbe a rischio quasi 700 milioni di export. A dirlo è uno studio della Cgia di Mestre: l’Umbria rappresenta la sedicesima regione in Italia per volume di esportazioni verso gli Stati Uniti con una crescita costante negli ultimi anni. Quasi la metà del volume d’affari è rappresentata dalla vendita di forni, sistemi di riscaldamento e attrezzature per uffici (182 milioni), a seguire ci sono gli articoli di abbigliamento (soprattutto di lusso, 121 milioni), quindi le macchine per l’agricoltura e la silvicoltura (43 milioni).

Mauro Franceschini, presidente di Confartigianato Umbria, si dice ottimista: “Credo che l’ipotesi dazi per l’Italia sia lontana”. E aggiunge: “E’ evidente che un’eventuale mossa di Trump in questo senso avrebbe ripercussioni pesantissime. La politica dei dazi l’abbiamo sperimentata nel 2014 con l’ex Unione sovietica ed è stato un bagno di sangue. In questo caso, però, la sensazione è che Trump voglia proteggere il mercato interno americano soprattutto dalla Cina cosa che per l’Italia potrebbe anche avere effetti positivi”. Lo studio della Cgia di Mestre evidenzia anche come, a livello nazionale, siano più gravi i danni apportati dalla crisi tedesca piuttosto che quelli che derivano da eventuali dazi.

“Nel 2023 - si legge nel report - il valore delle esportazioni verso il mercato tedesco è diminuito di 2,7 miliardi, mentre nei primi dieci mesi del 2024 (secondo gli ultimi dati statistici disponibili) la contrazione ha raggiunto i 3,1 miliardi. Di conseguenza - dice la Cgia - sebbene numerosi imprenditori e l'opinione pubblica in generale esprimano una marcata preoccupazione per le conseguenze negative che l’introduzione dei dazi da parte amministrazione Trump potrebbe arrecare alle nostre imprese esportatrici la crisi tedesca degli ultimi due anni ha già generato e potrebbe continuare a produrre danni significativamente più gravi. Infatti, non si può escludere che, come avvenne nel 2019 a seguito dell'implementazione delle barriere commerciali sempre introdotte da Trump, le ripercussioni commerciali negative possano risultare meno gravose di quanto ipotizzato. E’ vero che nel 2020 le nostre vendite negli Stati Uniti sono diminuite di 3,1 miliardi. Tuttavia, è probabile che tale calo sia stato principalmente influenzato dal crollo del commercio mondiale causato dall’insorgere della pandemia, piuttosto che dai dazi innalzati dal governo statunitense”.

La Cgia evidenzia anche quanto ancora più gravi siano gli effetti del caro energia sulle imprese: le stime per il 2025 ipotizzano un aumento del 17,6% per l’energia elettrica e del 24,/% per il gas, per un variazione media di oltre il 19% per un costo aggiuntivo di due miliardi che le imprese dell'Umbria saranno costrette a sostenere. Gli effetti dell’uragano Trump, però, continuano a essere dirompenti. Proprio ieri il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, a margine dell’inaugurazione del Mido a Milano a chi gli chiedeva un commento sul peso del possibile impatto dei dazi preannunciati dall’amministrazione statunitense sulle importazioni ha parlato di effetto devastante. “L’Europa si deve muovere in maniera coesa e certamente il governo italiano, come ha dimostrato Giorgia Meloni in questi due anni - ha detto il ministro - è quello che più convintamente si è mosso per garantire sempre e in ogni contesto la coesione dell’Europa e la sua unità d’intenti”.

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