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Da in alto a sx: Ghali, Irama, Annalisa, Achille Lauro, I Pinguini Tattici Nucleari, Elodie e i Måneskin
Il viaggio di Sanremo Rewind è giunto al capolinea.
Il meglio delle edizioni del Festival di Sanremo dal 2020 al 2024 tra curiosità, ricordi e, ovviamente, le canzoni più belle, scelte accuratamente da Alessandro Pentiricci e Federico Giovagnoli, domani sabato 1° febbraio alle 15 sul player disponibile su questo sito.
Il palco del Festival di Sanremo 2020
Tre sono gli elementi che hanno caratterizzato le ultime cinque edizioni del Festival di Sanremo: la conduzione di Amadeus, la proposta artistica sempre più variegata e desiderosa di tornare a conquistare le classifiche di vendita e l'incredibile - spesso meritato - successo. Sanremo diventa un appuntamento imperdibile anche per i più giovani. Le porte dell'Ariston si spalancano definitivamente alla trap, al rap, all'itpop (chiamato erroneamente indie) arrivando persino a un rimaneggiato reggaeton. Il tutto senza dimenticare i senatori della musica italiana.
Novità e tradizione trovano, sin dall'edizione del 2020, un eccellente equilibrio. Tosca, Masini e Rita Pavone si ritrovano in gara con artisti come Achille Lauro, Anastasio ed Elettra Lamborghini. Un'unione tanto coraggiosa quanto di successo. Inoltre, Sanremo comprende finalmente il potere dei social. Intere generazioni di nativi digitali, attratte dalla presenza dei loro idoli in gara, iniziano ad avvicinarsi confusi a quello che hanno sempre reputato il Festival dei matusa e ne rimangono conquistati. Ma Amadeus non si limita a svecchiare Sanremo.
Molti sono gli artisti che, godendo di una fama moderata solo tra i più giovani, hanno trovato la loro consacrazione grazie alla partecipazione al Festival. E il tutto indipendentemente dal piazzamento nella classifica finale. Esempi della potentissima cassa di risonanza che Sanremo diventa sotto la direzione di Amadeus sono i percorsi sanremesi di Achille Lauro, Irama e Tananai.
Achille Lauro nell'ultima serata di Sanremo 2020 vestito come la Regina Elisabetta I d'Inghilterra
Achille Lauro ha già esordito nella kermesse sanremese con un nono posto e la tutt'altro che memorabile Rolls Royce quando vede il suo nome nella lista degli artisti in gara al Festival del 2020. Se già nel 2019 ha fatto storcere il naso a molti habitué di Sanremo, Lauro decide, l'anno successivo, di far esondare il suo estro artistico. Me ne frego, brano a metà tra Vasco Rossi e Tony Effe, perfeziona la formula da rocker contemporaneo maledetto che aveva proposto, in forma abbozzata, l'anno precedente.
Il dirompente slancio espressivo del cantante romano si riflette anche nei suoi vestiti di scena. Il look scelto nella prima serata con mantella nera e oro - ispirata al San Francesco rappresentato da Giotto - che viene fatta cadere per svelare una tuta color carne estremamente succinta, sciocca il pubblico in teatro e da casa. La padronanza del palco e i suoi outfit sempre più ispirati e iconici (da ricordare in particolare lo stile David Bowie sfoggiato nel duetto con Annalisa su Gli uomini non cambiano) rendono ogni sua performance un instant classic. La viralità sui social è immediata. La storia di Sanremo è cambiata in modo incontrovertibile. La carriera di Lauro decolla e, malgrado l'ottavo posto, ottiene una fama dilagante.Un Lauro stile Ziggy Stardust insieme ad Annalisa per la serata delle cover di Sanremo 2020
Nel 2021 Irama è già alla sua terza apparizione al Festival della Canzone Italiana. La sua produzione musicale è conosciuta ai più solo per i due super tormentoni reggaetoneggianti Nera e Arrogante. Sul palco di Sanremo aveva già mostrato un suo lato più impegnato con La ragazza con il cuore di latta nel 2019. Nel 2021 porta al Festival La genesi del tuo colore, una perfetta canzone pop che si emancipa parzialmente dalle sonorità modaiole dei suoi successi sopracitati.
Parte da favorito per la vittoria finale ma la sfortuna si abbatte su di lui. Due componenti del suo staff contraggono il Covid-19 e, per evitare il contagio, l'artista non può esibirsi sul palco dell'Ariston che, quell'anno, è tristemente spettrale data l'assenza del pubblico a causa della pandemia. Amadeus gli permette comunque di gareggiare ma con una registrazione di una prova generale fatta pochi giorni prima dell'inizio del Festival. Molto probabilmente è per questo che ottiene solo un deludente quinto posto, rendendo possibile il trionfo dei Måneskin, prima band rock a vincere Sanremo.
La storia di Irama nella kermesse sanremese è la dimostrazione di un'evoluzione artistica strabiliante che, purtroppo, non corrisponde al successo che meriterebbe. La sua crescita come cantante e interprete tocca il suo apice nel 2022. La forza vocale ed emotiva dell'artista carrarese hanno finalmente la possibilità di brillare come non mai. Ovunque sarai, brano con cui si presenta in gara quell'anno, è una struggente e commovente poesia dedicata alla nonna materna Adriana. Impossibile non sentire un tonfo al cuore a ogni ascolto. Il talento cristallino di Irama si esalta sul palco dell'Ariston dove ogni performance è sempre più convincente.
Ovunque sarai arriva solo quarta a Sanremo e non figura nei brani più venduti in Italia quell'anno. Tu no, canzone con cui si presenta nel 2024, segue perfettamente le orme della precedente: emozioni e voce prima delle classifiche e delle mode. Raggiunge solo il quinto posto ma Irama, d'altronde, non è più un hitmaker ma un artista maturo e poliedrico.
Irama visibilmente commosso si esibisce durante la terza serata del Festival di Sanremo 2022
L'unico caso in cui un fallimento drammatico a un Festival di Sanremo è stato seguito da un successo debordante e da una crescita artistica stupefacente si registra nel 2022: è l'edizione del duetto Mahmood e Blanco e della loro vittoria più che telefonata con Brividi. Quell'anno fa il suo esordio tra i Campioni Tananai che nel 2021 era arrivato secondo tra i Giovani senza stupire.
In gara porta Sesso Occasionale. Il pezzo non è nulla di che ma è inutile che ve ne parli dato che, malgrado l'ultimo posto in classifica, diventa un tormentone estivo come pochi altri pezzi nella storia del Festival. Tananai si ritrova a essere, in maniera più che insperata, uno dei cantanti del momento. Il problema è che il suo ultimo posto era tutt'altro che immeritato. Il motivo di questa affermazione è d'ascrivere non al brano portato in gara, che di per sé avrebbe meritato un miglior piazzamento, ma dalle terribili performance vocali che il giovane cantante milanese offre durante quell'edizione. Viene bersagliato dalla critica e, invece di cullarsi nel successo inaspettatamente ottenuto, decide di prendere lezioni di canto e di cambiare rotta.
Amadeus porta i fiori di Sanremo a Tananai dopo la sua performance nella terza serata del Festival del 2022
Amadeus non può esimersi dal richiamarlo nel 2023. Tananai decide di scegliere la strada più impervia. Forte di una vocalità rinnovata, decide di gareggiare con Tango, una ballad lenta che racconta come la guerra distrugga ogni cosa. In questi casi, la prima vittima è l'amore. Il cantante decide di raccontare la storia vera di due ragazzi ucraini, Olga e Maxim, che, malgrado siano stati divisi fisicamente dal conflitto tra l'Ucraina e la Russia, sono ancora uniti nei loro cuori. Una prova di maturità e di coraggio che si traduce anche in eccellenti risultati di vendite. Tango risulta quell'anno il decimo singolo più venduto in Italia. Una storia a lieto fine di arte e successo.
Gli anni 2020 di Sanremo hanno molto altro da raccontare: la querelle Morgan-Bugo, il trionfo a furor di popolo di Diodato e dei Måneskin, oltre agli esordi di Ghali, Angelina Mango e Lazza.
Rivivete tutto questo nella puntata di domani sabato 1° febbraio di Spazio Musica, in onda alle 15 su questo sito o sulla frequenza Dab+ di Radio Corriere dell'Umbria.
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