L'intervista
“Intervistiamo ChatGPT”, ha chiesto il direttore, ed eccoci qui davanti al pc per porre domande su Perugia: storia, monumenti, personaggi, servizi. Come se fossimo cronisti di un’altra regione e dovessimo fare una serie di reportage sulla città. Sempre meglio partire informati. ChatGPT, per chi non lo sapesse, è il software sviluppato dalla società no-profit Open AI fondata tra gli altri da Elon Musk, accreditato della capacità di scrivere al posto nostro un qualsiasi articolo su qualsiasi argomento in frazioni di secondo. Sulla velocità nulla da dire, sul resto possiamo anticipare che cerca e trova quasi tutto quello che è su Wikipedia, lo assembla e lo sforna. Ma ad un bravo giornalista non serve.
Semmai fa comodo agli studenti (circa il 65% dei ragazzi lo utilizza e due su tre l’avrebbero usato per preparare l’esame di maturità). Di certo, quando si entra nei dettagli, ChatGPT è costretto a estrarre dalla rete navigando anche e soprattutto attraverso il nostro lavoro quotidiano (il New York Times ha intentato per questo una causa milionaria), ma nonostante la pesca a strascico, di frequente inciampa, si confonde e addirittura diventa pericoloso inventando risposte che non ha, sparando stupende supercazzole da applausi. Ricordate quei compagni di scuola che non studiavano mai, però erano capaci di lunghi discorsi girando attorno all’argomento, sperando che il prof si distraesse? Siamo lì. Intanto, nella pagina iniziale, è scritto chiaramente: “ChatGPT può commettere errori. Considera di verificare le informazioni importanti”. Per uno che, tradotto, si chiama “trasformatore generativo pre-addestrato”, cominciamo proprio bene. Si vede che anche gli addestratori hanno qualche piccolo dubbio.
Dopo domande di riscaldamento su che cosa visitare a Perugia (all’elenco non mancherà nulla), ecco il primo inciampo, sull’ubicazione dell’ufficio informazioni del Comune di Perugia.
L’intelligenza artificiale indirizza verso piazza Matteotti, 18. Peccato che lo Iat sia presso la biblioteca degli Arconi, in via della Rupe.
- Passiamo alla mobilità: dove posso parcheggiare per visitare la Gnu e il Manu?
“Parcheggio piazza Partigiani, in piazzale Europa, a circa 10-15 minuti a piedi dalla Galleria nazionale e dal Museo archeologico”. Qui c’è un po’ di confusione, perché Piazzale Europa è un altro parcheggio e non l’indirizzo del primo. Ma più incredibile è il secondo suggerimento: “Parcheggio di piazza dei Priori, vicino a piazza IV Novembre e al Palazzo dei Priori, dove si trova la Gnu. Essendo molto centrale, è meno ampio e può riempirsi facilmente, soprattutto nei periodi di alta affluenza”. Potremmo decrittare così: dovrebbe essere quello del Mercato coperto e in ogni caso complimenti per la fantasia.
- Ancora parcheggi: cos’è il Metropark?
“Situato vicino alla stazione ferroviaria di Fontivegge, è un’infrastruttura progettata per facilitare il parcheggio e l'accesso ai trasporti pubblici, come i treni e gli autobus; offre un’ampia disponibilità di posti auto ed è strategico per chi usa la stazione come snodo per i propri spostamenti”.
Peccato che questo parcheggio ancora non esista.
- Trasporto pubblico: posso acquistare on line il biglietto degli autobus di Perugia?
“Sì, tramite Muoversi in Umbria, l’app ufficiale di Busitalia, che gestisce i trasporti urbani ed extraurbani della città e le app App MyCicero e Nugo”. E qui casca l’asino facendosi molto ma molto male. Perché MyCicero serve solo per prenotare e pagare i parcheggi, Nugo non è più attiva dal 2021 (era stata lanciata dalle FS nel 2018) e Muoversi in Umbria, semplicemente non è un’app ma il nome del sottocanale di Umbriatourism, portale ufficiale della Regione Umbria. La app di Busitalia si chiama Salgo, ma funziona in tutta la regione tranne che a Perugia. Nessuno sa perché, nessuno lo sa spiegare, nemmeno Chat GPT, visto che l’articolo del Corriere dell’Umbria che denunciava questo disservizio (febbraio 2024) non è stato pubblicato online. Così impara a copiare. Ulteriore dettaglio: “puoi acquistare un biglietto inviando un sms con il testo UP al numero 4850205”. Abbiamo provato, ma il numero non esiste.
Chiusa finale da grande satira: “acquistare online è conveniente perché ti evita di cercare un punto vendita fisico e ti permette di avere il biglietto sempre a portata di mano”.
- Sempre a proposito di mobilità, caro signor GPT, che cos’è il Metrobus?
“Un progetto di trasporto pubblico pensato per migliorare la mobilità della città e delle aree limitrofe che a causa di difficoltà tecniche, finanziarie e di pianificazione
ha incontrato numerosi ostacoli e, ad oggi, non è operativo”. L’unica cosa rilevante da ricordare sarebbe stata la trazione elettrica, ma l’intervistato immaginario s’è perso ancora una volta.
- Passiamo a Eugenio Guarducci, ma senza citarlo: dove si trova la Città del Cioccolato?
Bastava dire: sorgerà all’interno del Mercato coperto. Invece il software sbaglia mira e va dritto verso San Sisto (Perugina), dove: “questo luogo, conosciuto anche come la Casa del Cioccolato, offre ai visitatori la possibilità di scoprire la storia del cioccolato”. Appunto: la casa è un conto, la città un altro, ma la confusione regna sovrana nei byte delle memoria.
- Quanti abitanti vivono nell’acropoli di Perugia?
Non lo sa e comincia con la circumnavigazione dei concetti fino al dato più approssimativo possibile: “si stima che ospiti tra i 5.000 e i 10.000 abitanti”. Cioè 1X2.
In realtà gli ultimi dati disponibili (Cresme 2018) hanno censito 5.242 persone.
- Parliamo della neo sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi. Perché il suo soprannome è Dada?
Prima diamo la risposta giusta: per assonanza familiare, visto che al liceo classico Mariotti era stata preceduta dal fratello maggiore, Edoardo, detto Dodo. Anche questa era sul Corriere dell’Umbria, ma solo sul cartaceo. La risposta di ChatGPT dovete leggerla, perché è fantastica: “Il soprannome Dada della sindaca Vittoria Ferdinandi sembra avere origini legate al suo carattere e alla sua personalità pubblica. Nelle varie interazioni con la comunità e durante la campagna elettorale, Ferdinandi ha spesso mostrato una forte attenzione al coinvolgimento civico, alla creatività, e all’ascolto, simili alle caratteristiche del movimento Dada, che era noto per il suo spirito innovativo e anticonvenzionale. Tuttavia, il soprannome sembra più riferirsi al suo stile affettuoso e amichevole con i cittadini che alla specifica connessione con il movimento artistico.
Ferdinandi si è presentata come una figura capace di ispirare una forte passione civica, con una leadership inclusiva e creativa, rendendola molto popolare tra i suoi sostenitori”.
- Appunto: e visto che ci siamo, come si chiama il cane della sindaca?
“Al momento non ci sono informazioni pubbliche disponibili riguardo il nome del cane della sindaca Vittoria Ferdinandi. Se desideri maggiori dettagli su di lei, posso aiutarti con altre domande o temi”. Si chiama Anima, dal nome della sua lista elettorale.
Passando ai personaggi, ChatGPT sa tutto su Carlo Pagnotta, Giorgio Molini, Carletto Brugnami, Padre Aldo Falini, Paolo Caucci Von Saucken, Sergio Piazzoli che abbiamo proposto in successione, ma non per tutti è andata così.
- Chi è stato Rodolfo Vinti?
La prima risposta parla, entusiasticamente, del “fondatore della Libertas Atletica Perugia”. Non ci risulta (all’epoca avrebbe avuto 10 anni), ma temendo un caso di omonimia, abbiamo aggiunto la parola “tennis” alla domanda. GPT ha tenuto duro: “sebbene sia più noto per il suo impegno nell’atletica leggera, Vinti ha svolto un ruolo significativo anche nel mondo del tennis locale”, facendo riferimento ad un inesistente “Circolo Tennis Perugia”. Poppi Vinti, come sanno anche i muri della città, ha costruito con le sue mani, assieme al padre Basilio, quasi tutti i campi in terra rossa di Perugia, ha fondato e diretto lo Junior Tennis di via XX Settembre, nel quale, negli anni ’80 si sono svolte cinque edizioni degli Internazionali Femminili d’Italia.
- Restiamo in campo sportivo: che cosa successe dopo la partita Parma-Perugia del 16 giugno 1974?
Qui c’è da restare allibiti. Il Perugia allenato da Remondini vinse 2-0 (doppietta di Scarpa) e restò in B, ma la partita fu oggetto di una denuncia per illecito, dalla quale la società venne assolta. Arrivò Castagner e un anno dopo fu serie A.
L’intelligenza artificiale racconta questo capolavoro di inesattezze: “La partita si concluse 0-0 e il Perugia allenato da Ilario Castagner ottenne la promozione in Serie B per la prima volta nella sua storia. Un momento fondamentale per il club, che avrebbe poi avviato un periodo di successi culminato con la promozione in Serie A pochi anni dopo, nel 1975”. Ne avesse azzeccata una.
- Ancora Perugia: perché è ricordato Tigre Ceccarini?
Sostanzialmente per lo storico gol del 2-2’segnato all’Inter al ’90, considerato la prima pietra del campionato dell’imbattibilità. Facile, no? Invece leggete cosa si è inventato il software: “Tigre Ceccarini, il cui vero nome era Giuseppe Ceccarini, è ricordato come uno dei tifosi storici e più appassionati del Perugia Calcio, un personaggio molto amato che rappresentava lo spirito entusiasta e instancabile del tifo perugino. Divenne un simbolo del legame tra la squadra e i suoi sostenitori, spesso presente sugli spalti per incitare la squadra in ogni situazione. Tigre Ceccarini veniva rispettato non solo per la sua passione calcistica, ma anche per la sua genuinità e la sua dedizione alla squadra, divenendo una leggenda del tifo locale”.
- Infine un interesse privato in atti di redazione: quali sono stati i direttori del Corriere dell’Umbria nei suoi 40 anni di storia?
Meno di un secondo di attesa ed ecco l’elenco, aperto da un inesistente Antonio De Nuntiis (“primo direttore del Corriere dell’Umbria”, invece si trattava di Antonio Carlo Ponti), seguito da Anna Mossuto, Franco Bechis e Davide Vecchi. Si sono persi per strada Giulio Mastroianni, Sergio Benincasa, Nino Botta, Federico Fioravanti, e naturalmente Sergio Casagrande, ma aggirando l’ostacolo (“chi è Sergio Casagrande?”) arriva la risposta giusta: “direttore del Corriere dell’Umbria e degli altri quotidiani locali come il Corriere di Siena, il Corriere di Arezzo, il Corriere di Viterbo e il Corriere di Rieti”.
- Avremmo potuto chiudere qui ma abbiamo provato a tirare l’ultimo sgambetto: chi è stato per il giornalismo perugino Lanfranco Ponziani?
La risposta corretta sarebbe stata: inviato del Messaggero, morto giovanissimo (1978) a causa di un incidente automobilistico, sicuramente il più grande giornalista perugino e umbro del secolo scorso.
Invece, non ci crederete, secondo l’inarrestabile ChatGPT : “Lanfranco Ponziani ha ricoperto per molti anni la carica di direttore del Corriere dell’Umbria…”. E via dicendo. Stesse cose dette per Casagrande. Caro direttore, finché il nostro nemico è un software di copioni male attrezzati siamo tutti al sicuro.
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