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Cronaca

Perugia, corruzione e fatture per operazioni inesistenti nel settore dei rifiuti: due amministratori agli arresti domiciliari

Redazione Web

01 Ottobre 2024, 11:30

Perugia, corruzione e fatture per operazioni inesistenti nel settore dei rifiuti: due amministratori agli arresti domiciliari

Agli arresti domiciliari due amministratori di società operanti nel settore del trasporto della raccolta dei rifiuti urbani. Arrestati l'ex amministratore di una Spa con sede a Città di Castello ed attualmente direttore generale di una società mista a capitale pubblico e privato, e l'amministratore di una Srl di Perugia. L'indagine è stata avviata ed eseguita dalla guardia di finanza del comando provinciale di Perugia dopo una denuncia anonima "particolarmente dettagliata ed informata, evidentemente proveniente da soggetto a diretta conoscenza delle vicende riguardanti gli appalti nel settore dei rifiuti, che non aveva avuto probabilmente il coraggio di esporsi pubblicamente" scrive in una nota la procura di Perugia. L'indagine ha fatto emergere "rapporti di natura corruttiva tra società operanti nel citato settore di pubblica utilità e la società pubblica di cui erano soci gran parte dei comuni della zona di Città di Castello e si prospettava la corresponsione di tangenti in cambio di acquisti o commesse". 

L'anonimo avrebbe fornito solo lo spunto per l'avvio delle attività investigative. La prima fase delle indagini si è concentrata sull'attività dell'ex amministratore unico della società pubblica. "Dai primi accertamenti emergeva, in particolare, come il predetto, a latere della sua attività nella società, svolgesse attività di consulenze, particolarmente ben retribuite, a favore di società private che ricevevano appalti e commesse dalla società pubblica - scrive in una nota la procura -. L'amministratore in questione pur essendo molto ben inserito nel tessuto politico, sociale ed economico della zona di Città di Castello, vantando frequentazioni con numerosi esponenti della politica locale ma anche in vari contesti ed organizzazioni non solo locali, ed avendo un tenore di vita particolarmente alto, non aveva alcuno specifico titolo di studio che gli consentisse di svolgere attività di consulenza che, del resto, non faceva per nessun altro che non fossero i clienti della società pubblica". Intercettazioni, articolate analisi di documentazione e dei cellulari acquisiti nel corso delle perquisizioni, materiale che ha fatto emergere come l'amministratore "aveva ricevuto somme di denaro per oltre 750.000 euro, per consulenze fatturate ma che non vi erano mai state effettivamente e che secondo la prospettazione dell'accusa sarebbero la remunerazione per la messa a disposizione delle proprie funzioni; per tale ragione oltre alla contestazione di corruzione sono contestate le fattispecie di emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti". 

Secondo gli inquirenti "A fronte dell'indebito pagamento, l'ex amministratore della società pubblica, da considerarsi incaricato di pubblico servizio, aveva, secondo la tesi dell'accusa, agevolato la partecipazione e l'aggiudicazione alla citata società con sede in Perugia del bando di gara per l'affidamento in concessione del servizio pubblico locale di gestione integrata dei rifiuti urbani per i comuni dell'Alta Valle del Tevere". L'appalto era stato promosso dall'Ambito territoriale integrato 1 ed aveva ad oggetto l'affidamento in concessione del servizio pubblico locale di gestione integrata dei rifiuti urbani nei territori dei comuni di Citerna, Città di Castello, Costacciaro, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Gubbio, Lisciano Niccone, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Scheggia e Pascelupo, Sigillo ed Umbertide, per un periodo di 15 anni a decorrere dal 2023 e per un importo complessivo particolarmente ingente, di oltre 350 milioni di euro.

Scambi corruttivi "sono stati ritenuti integrati in relazione ad un'ulteriore vicenda, laddove il medesimo amministratore pro tempore della Spa aveva selezionato, in violazione del principio di rotazione degli appalti (c.d. sottosoglia comunitaria), una S.r.l. anch'essa con sede in Città di Castello ed esercente l'attività di lavori di meccanica generale, quale ditta fornitrice di cestini per rifiuti. L'importo della commessa, in questo caso era di circa 300 mila euro e, quale contropartita, il citato amministratore avrebbe ricevuto circa 36 mila euro, quale compenso di prestazioni di consulenza non eseguite e fatturate attraverso fittizia documentazione fiscale" conclude la procura.

A seguito di richiesta di misura cautelare personale avanzata dalla procura, in data 19 settembre 2024, in aderenza a quanto disciplinato dalla Legge 9 agosto 2024 n. 114 c.d. Legge Nordio, il Gip di Perugia ha effettuato l'interrogatorio preventivo degli indagati all'esito del quale, ritenendo "concreto il pericolo di reiterazione del reato", ha disposto l'adozione della misura cautelare domiciliare nei confronti dei due amministratori, condividendo la ricostruzione della vicenda prospettata dall'ufficio.



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