UMBRIA
Riccardo Laureti, segretario regionale Fns Cisl Umbria
Esplosiva. Così Riccardo Laureti, segretario regionale Fns Cisl Umbria, definisce la situazione delle carceri dell’Umbria. Troppi detenuti, pochi agenti e ispettori, psicologi e psichiatri carenti. Una montagna di ore di straordinario fatte e non ancora pagate: gli stanziamenti previsti servono a malapena a coprire i primi tre mesi dell’anno. Un quadro allucinante che Laureti correda di numeri e cifre mettendo a confronto la pianta organica approvata lo scorso febbraio con quello che è invece l’effettivo stato delle cose. “Nell’istituto circondariale di Perugia a fronte di un organico previsto di 234 unità – e nonostante a luglio sia arrivato nuovo personale dai corsi – abbiamo una forza operativa di 189 persone con una grave carenza di ispettori sovrintendenti di circa il 50 per cento. A Spoleto su un organico previsto di 273 unità sono operativo in 237 e c’è una carenza di circa 40 agenti assistenti. A Terni, su un organico previsto di 243 unità ce ne sono 185 presenti con una carenza di 50 agenti assistenti e 10 ispettori. A Orvieto, invece, c’è una carenza di 10 unità tra agenti assistenti e ispettori. Va rilevato, peraltro, che l’età media del personale in servizio nelle quattro carceri dell’Umbria è piuttosto elevata tanto che a Terni sono previsti 10 pensionamenti entro il 2024 e altri venti entro il 2025 mentre a Spoleto saranno 25 i pensionamenti entro il 2024 e altri 20 entro il 2025. Una carenza di organico aggravata dal grave problema del sovraffollamento”. Ancora una volta Laureti elenca numeri ben precisi. “A Perugia sono presenti 462 detenuti, la capienza effettiva sarebbe di 363 soggetti. A Spoleto i presenti sono 460 per una capacità di accoglimento di 458. A Terni 560 detenuti presenti rispetto a una capienza effettiva di 422 unità. E infine a Orvieto, contiamo 116 detenuti a fronte dei 98 previsti”. Il grosso di questo sovraffollamento lo soffre Terni ma sono tutte le strutture detentive dell’Umbria a patire difficoltà soprattutto ove ve sono detenuti con problemi psichici vista anche la carenza di psicologi e psichiatri. “E la Rems, la residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza che accoglie detenuti con disturbi mentali e socialmente pericolosi rimane un miraggio nonostante la sua presenza sia obbligatoria in ogni regione”, evidenzia Laureti. “A tutti questi problemi – spiega ancora il segretario regionale Fns Cisl – si aggiunge quello emerso da gennaio circa il mancato pagamento degli straordinari a causa del taglio su fondi straordinari: gli stanziamenti previsti non servono a coprire che i primi tre mesi dell'anno. Come sindacato abbiamo scritto al ministero e al provveditore senza al momento ottenere risposta. E così, ci sono agenti che hanno accumulato oltre 120 ore di ore non pagate”. La situazione, già di per sé complicata, è precipitata nel periodo della pandemia con il blocco dei concorsi. A luglio sono partiti corsi di formazione per 1700 agenti e nel 2025 ne sono previsti altri per ulteriori 2500 posti. Ma la distribuzione a livello nazionale di queste forze verrà decisa nella contrattazione prevista a Firenze. “Lotteremo come leoni per coprire almeno gli organici mancanti – evidenzia Laureti – ma anche per sollecitare una maggiore celerità dei trasferimenti dei detenuti che si rendono pericolosi. Speriamo di instaurare un dialogo costruttivo con il nuovo provveditore Umbria-Toscana, la dottoressa Gloria Manzelli. Inoltre la Fns Cisl auspica che si faccia presto il nuovo Prap con Abruzzo e Molise sgranciando quindi la Toscana”.
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