SCUOLA
Elena Caruso la maestra con due lauree in tasca
Una docente che ama (e pratica) il giornalismo. Elena Caruso, siciliana di Catania ma da 18 anni in pianta stabile a Umbertide, in Umbria, si racconta. Ha dalla sua di avviare al giornalismo i piccoli studenti delle elementari, che recluta per il periodico Di Vittorio News che prende il nome dall'istituto dove insegna. E' l'unica redazione organicamente strutturata in tutta Italia in una scuola primaria.
Come è nata la passione per il giornalismo?
E’ sbocciata molto presto, avevo circa tredici anni. Ai tempi frequentavo le medie e un giorno durante un compito di italiano, approfittando di una traccia favorevole, scrissi un testo in cui denunciai un caso di bullismo, consapevole che avrei aperto il vaso di Pandora ma che, nello stesso tempo, avrei anche acceso i riflettori su una situazione che non poteva più essere taciuta. Fu allora che nacque in me il desiderio di raccontare la realtà anche quella più difficile, pensai a quanto potesse essere importante scrivere per informare gli altri. Mi appassionai, cominciai a leggere, leggere e leggere. Così qualche anno dopo, non ancora maggiorenne, iniziai a collaborare con alcune testate locali, iscrivendomi all’albo dei giornalisti nell’ottobre del 2004. Appena un anno dopo ero alla guida di un mensile siciliano a diffusione regionale, un’esperienza lunga dieci anni nella quale mi buttai anima e corpo e che nel tempo mi consentì di acquisire delle solide basi. Arrivata in Umbria, accanto alla carta stampata, iniziai a sperimentare anche la radio e la tv, con la quale collaboro tutt’ora, per occuparmi poi dell’ambizioso progetto della prima redazione giornalistica nella scuola primaria con la pubblicazione del Di Vittorio News.
Come concili questa passione con l’insegnamento?
Mentirei se dicessi che è semplice e che tutto fila liscio. Anzi, è faticosissimo. A volte vorrei poter fare meglio, mi rendo conto però di essere una perfezionista patologica. Non improvviso mai ma se sono costretta a farlo, per cause di forza maggiore, riesco ad agire sempre nella mia comfort zone e questa forse è una cosa positiva. Credo comunque che una buona organizzazione sia fondamentale quando si portano avanti più impegni, io poi sono anche mamma di due bambini e se non pianificassi tutto sarebbe un disastro. Ammetto però di aver dimenticato la cena sul fuoco qualche volta!
Raccontaci l’esperienza della prima redazione giornalistica in una scuola primaria italiana.
Potrei riassumerla nella frase “un sogno che si realizza”. E’ il connubio perfetto per una giornalista che nel contempo ama lavorare con i bambini. Cinque anni fa insieme alla ex dirigente della mia scuola, la dottoressa Angela Monaldi, abbiamo pensato di creare una redazione “fisica”, un’aula in cui poter svolgere attività giornalistica in maniera sistematica e strutturata, dove i nostri alunni avrebbero potuto muoversi come dei veri e propri giornalisti immergendosi in una realtà diversa da quella scolastica e vicina a quella lavorativa. L’idea è sicuramente l’apertura alla contemporaneità e al territorio, per questo vengono promossi momenti in grado di incuriosire i bambini e abituarli alla consapevolezza di quanto accade ogni giorno intorno a loro. Personalmente tengo a promuovere un giornalismo che si fa, come dico sempre, consumando la suola delle scarpe, cioè camminando per strada, raccogliendo le informazioni, verificando le fonti.
Quanti bambini aspiranti giornalisti sono passati in 5 anni?
Più di 350, ma mi sento di dire che a prescindere da cosa faranno da grandi, cioè se continueranno o meno a coltivare l’idea di diventare giornalisti, quest’attività ha il merito di sviluppare nei bambini il pensiero critico, di migliorare le loro capacità comunicative e linguistiche, di renderli in definitiva dei cittadini informati, critici, impegnati.
Com’è strutturata in concreto questa redazione?
Come tutte le redazioni ci sono dei ruoli ben precisi, dal caporedattore ai redattori, dall’inviato al corrispondente. Tutti i compiti sono stati scelti in totale autonomia dai bambini, così come gli argomenti condivisi durante le riunioni di redazione che si tengono settimanalmente. Solitamente ogni classe lavora alla pubblicazione di un numero del Di Vittorio News che esce ogni due mesi e che viene distribuito gratuitamente in tutto il territorio umbertidese.
Qual è stata la reazione iniziale di colleghe e genitori a questa idea più che originale?
Ho avuto la fortuna di poter contare sul supporto di colleghi delle classi quinte davvero strepitosi quando nel 2019 il progetto ha iniziato a prendere forma. Realizzare in concreto una redazione partendo da zero e in un luogo non predisposto a questo scopo non è stato per niente semplice, occorreva strutturare e organizzare sia gli spazi che gli orari, ma ricordo che in ogni momento ho potuto contare sul loro aiuto. Anche i genitori hanno accolto molto bene la novità, soprattutto dopo l’inaugurazione quando il Di Vittorio News ha iniziato ad essere diffuso e le pagine mostravano il lavoro dei nostri piccoli reporter.
Ci sono mai stati problemi su qualche articolo uscito sul Di Vittorio News?
No mai, anzi, abbiamo ricevuto sempre feedback molto positivi anche laddove sono stati affrontati temi per i quali qualche polemica sarebbe potuta sorgere.
Quali progetti hai nel cassetto?
Tanti, forse anche troppi. Da buona siciliana sono sempre in fase eruttiva, una fucina di idee. Credo anche che dipenda dal fatto che credo moltissimo in quello che faccio, mi appassiona e non mi adagio mai. Per quanto riguarda la redazione del Di Vittorio News ci sono tante possibilità e novità che senza dubbio contribuiranno a fare crescere questo progetto.
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