Storia
Lo storico Gianfranco Cialini con sullo sfondo l'armatura del condottiero
Una nuova ipotesi sulle cause della morte e una futura ricostruzione in 3d del suo volto. Ulteriori tasselli si aggiungono al lavoro di ricerca sul condottiero Ascanio della Corgna – che fu marchese di Castiglione del Lago nella seconda metà del 16esimo secolo – avviato nel 2013 da Gianfranco Cialini. Innanzitutto, lo storico magionese si è recato recentemente a Vienna, nel museo Camera della caccia e delle armature dove è custodita ed esposta l’armatura che Ascanio indossò durante la famosa battaglia di Lepanto dell’ottobre 1571, e con cui venne ritratto in alcune opere.
L’obiettivo era proprio quello di visionare da vicino tale armatura dove è ben visibile un colpo di forma rotonda sul lato sinistro, poco al di sotto del petto. Per i responsabili del museo, come riporta Cialini, tale bozza – che ha non ha perforato la corazza – potrebbe essere una prova di resistenza del materiale effettuata da chi l’aveva forgiata. Ma visto che Ascanio morì nel dicembre 1571, poco dopo la battaglia, “per febbri maligne o polmonite, dovute agli strapazzi del viaggio di rientro”, come riportano le fonti, Cialini ipotizza invece che tale bozza rientrate possa essere stata causata da un colpo di archibugio sparato dai giannizzeri ottomani e che tale violento colpo possa avere causato la frattura di qualche costola e, conseguentemente, dei danni interni nel corpo del condottiero.
L'armatura del marchese di Castiglione del Lago
A rafforzare tale ipotesi, spiega Cialini, c’è anche la cronaca dei funerali di Ascanio secondo cui la corazza riportava “i segni della furiosa battaglia’. Inoltre, le misure della corazza, effettuate dallo storico proprio a Vienna, corrisponderebbero alle dimensioni del corpo del condottiero, basate sulle analisi dei suoi resti.
“Inoltre – sostiene Cialini – pare improbabile che indossasse una corazza già danneggiata”. Cialini ha infine annunciato il progetto che sta portando avanti con il Lions Club Corciano Ascanio della Corgna, da lui fondato e presieduto, per realizzare una ricostruzione in 3D del volto del condottiero basandosi sul cranio del marchese, rinvenuto a San Francesco al Prato.
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