Crisi idrica
“Nella prima parte anno dell’anno si sono svolte due riunioni con il Commissario straordinario per la siccità, la Regione Toscana e la Regione Umbria, sull’uso dell’acqua della diga di Montedoglio con l’intento di trasformare il protocollo di intesa in un vero e proprio accordo tra le due Regioni. Rispetto all’idea, già presente nel protocollo, di ricorrere alla diga di Montedoglio per affrontare le criticità del lago Trasimeno, ho trovato consenso e disponibilità da parte di tutti”.
A fare il punto della situazione rispetto all’ipotesi e alla possibilità di immettere nel lago Trasimeno acqua dall’invaso di Montedoglio è stato l’assessore regionale Roberto Morroni sollecitato da un’interrogazione del consigliere regionale della Lega, Valerio Mancini. “Abbiamo assunto l’impegno di effettuare analisi per misurare la compatibilità delle acque, sia quantitativa che qualitativa – ha spiegato ancora Morroni – La giunta, con una delibera del mese scorso, ha approvato uno schema di accordo tra Regione e dipartimento di chimica e biologia dell’Università degli studi di Perugia per il campionamento dell’acqua di Montedoglio e per formulare le prime ipotesi per l’innalzamento del livello del lago Trasimeno. L’accordo è stato sottoscritto a inizio settembre e i campionamenti saranno effettuati a breve. Ma quello riguardante la fauna ittica richiede una tempistica maggiore in quanto è necessario lo svuotamento di una vasca che non potrà essere effettuato prima della fine della stagione irrigua. I risultati dovranno essere accompagnati dalle prime valutazioni di compatibilità, con l’auspicio che possano fornire indicazioni per la prima fase sperimentale”.
“L’ipotesi – ha reso noto sempre Morroni – è quella del trasferimento di un volume annuo tra i 10 e i 15 milioni di metri cubi annui, che potrebbe avvenire in periodi di precipitazioni intense, che necessitano il rilascio dell’acqua in eccesso, oppure a primavera, sempre per il volume in eccesso. Se fattibile, tale apporto potrebbe assicurare un incremento annuo significativo del livello medio del lago. Con gli attuali impianti servirebbero circa 120 giorni per trasferire i 10 milioni di metri cubi di acqua, cosa che potrebbe avvenire sul fosso Paganico a nord di Castiglione del Lago. Servirebbe un investimento minimo per la sistemazione del fosso e la sostituzione della valvola di scarico”. Nella sua interrogazione, Mancini chiedeva la possibilità di ridurre i tempi per la realizzazione dello studio, “anche avvalendosi, se necessario, delle strutture tecniche di Arpa Umbria”.
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