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Ambiente

Marsciano, il Fondo forestale italiano vuole salvare il bosco delle Sette Valli

Tutti possono contribuire a preservare questo luogo incantato

Anna Maria Minelli

18 Ottobre 2024, 08:00

Bosco Sette Valli Marsciano

Il bosco delle Sette Valli

Salvare i boschi, preservare l’ambiente, gli animali che li abitano, la natura che li contraddistingue. E’ questa la mission del Fondo forestale italiano che ora si è attivato in difesa del bosco delle Sette Valli. Si tratta di 90 ettari che ricadono, per la maggior parte, nel Comune di Marsciano, di grande interesse naturalistico, come spiegano dal FFI e che il proprietario, un privato, ha deciso di mettere in vendita. “Con molta probabilità - ci spiega Emanuele Lombardi, presidente del Fondo - il bosco sarà sottoposto a tagli da chi lo acquista. Dunque l’unico modo per evitare che questo accada è che sia il FFI ad acquistarlo”.



Il bosco viene chiamato delle Sette Valli perché al suo interno è attraversato da altrettanti piccoli fossi di scolo che confluiscono direttamente nel torrente Fersinone. Inoltre al suo interno è presente il Sentiero delle Sette Valli, che unisce l’abitato di Migliano con il fondovalle dove si trovava il Mulino Rotaprona che funzionava grazie all’acqua del torrente. Dal FFI sottolineano inoltre che il torrente Fersinone, è il maggior affluente del Nestore, a sua volta tributario del Tevere e che sostiene la presenta di 7-8 specie ittiche. Costituisce, si sottolinea ancora, un ambiente di particolare pregio nell’ambito di tutto il bacino del Tevere, poiché è uno dei pochi corsi d’acqua che abbia conservato un elevato grado di naturalità ed integrità dal punto di vista ittico-faunistico.



Da qui spiega il presidente Lombardi, è nata la volontà di acquisire il bosco e per raggiungere l’obiettivo si cercano aziende che siano interessate a sostenere economicamente il progetto. “Ci siamo già attivati in zona - spiega Lombardi - e stiamo cercando di interessare più aziende del territorio in modo tale da raggiungere l’obiettivo. Non è detto infatti che il contributo debba arrivare da un’unica realtà, ma ci può essere una compartecipazione in tal senso. Il bosco una volta acquisito non sarà certo chiuso ma fruibile in quanto è attraversato da un percorso. Altra nota di pregio è la presenza di una grotta paleolitica”.



La Buca del Diavolo, spiegano ancora dal Fondo forestale, è un androne sulle pareti a strapiombo sovrastanti la riva sinistra del torrente Fersinone con un breve sistema di gallerie e cunicoli. La zona è di particolare interesse archeologico e paletnologico, in questo luogo sono state rinvenute diverse tracce delle civiltà preistoriche che abitarono questi luoghi nel Paleolitico, come punte di freccia ed utensili di uso quotidiano, reperti che poi sono stati conservati al Museo Archeologico di Perugia.

A fondovalle, infine, si trova una distesa rocciosa con varie strettoie attraversate dal torrente, l’area è denominata Forra Rosa.
Tutti coloro che fossero interessati possono contattare i responsabili del Fondo forestale italiano attraverso il sito ufficiale www.fondoforestale.it o contattando il numero 3478923063. Un’azione, quella della rinaturalizzazione delle zone della penisola che impegna assiduamente il Fondo forestale e che viene molto apprezzata dall’opinione pubblica.

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