"Le Cronache di Narnia" e Narni protagoniste da novembre 2026 della nuova serie di film su Netflix

Si ripresenta, in maniera forse ancora più amplificata, la possibilità di ricevere un’enorme pubblicità indiretta (ma tutto sommato molto esplicita) per Narni, nel cuore dell'Umbria del sud, in provincia di Terni. O sarebbe meglio dire Narnia. Sì, perché ormai le notizie del lancio a novembre 2026 della nuova serie di film su Netflix basata su Le Cronache di Narnia, sono ormai certe. Anzi, girano già le prime scene dal set di Londra da dove partirebbe il prequel dei sette libri di Clive Staples Lewis, “Il Nipote del Mago”.

Le riprese sono iniziate nel primo trimestre 2025 e in rete sono tantissime le notizie che iniziano a circolare per la regia di Greta Gerwig, che con Barbie si è imposta con 8 candidature e una statuetta agli Oscar 2024. La regista sembra ideale per rappresentare il mondo reale e fantastico di Lewis conosciuto in tutto il mondo e dovrebbe lavorare anche al secondo film.

Un investimento di 200 milioni solo per il film ma che porterebbe ad un giro economico di 1 miliardo secondo alcune fonti.

E in città c’è chi sogna una ripresa di quella spinta del compianto ingegnere Giuseppe Fortunati che aveva sempre creduto nel legame tra Narni e Narnia per sviluppare ancora di più il turismo.

Le cose da allora sono cambiate e, dopo il Covid-19, il borgo del Gattamelata e della Corsa all’Anello ha sviluppato una forte predisposizione turistica. Il cambio di offerta merceologica del centro storico è sotto gli occhi di tutti e dalla prima uscita del film, nel 2005, la città è pronta ad accogliere molti più avventori nei ristoranti, bar e locali e in un’ospitalità diffusa sempre più in crescita.

L’ondata di comunicazione che può arrivare solo dalla comparsa su Netflix del contenuto su Narnia che al momento conta 5,4 milioni di abbonati e nel mondo oltre 300 milioni, può essere ancora più devastante di quella del 2025.

A Narni c’è ancora chi ci crede (e molto) e chi, invece, non vorrebbe trasformare la città in un parco giochi: “Ma così non è - racconta Mauro Belvedere che fa parte di Narnia Sotterranea e gestisce Narni Adventures - non deve essere una favola e non si deve snaturare la città ma solo installare qualche cartello in più, pubblicizzare i legami con i libri e i film e cercare di sfruttare la scia di un impatto mediatico pazzesco”.

I turisti ormai associano Narni a Narnia: “Sono tante le curiosità, le richieste di chi viene a visitare i contenitori turistici e, nelle scorse settimane, un gruppo di 50 atlete americane in trasferta in Italia hanno richiesto un tour guidato a Narnia in lingua inglese. A fine 2026 potremmo avere un boom di richieste e molte presenze in città. Ma dobbiamo solo far sapere che quella città esiste veramente perché C.S. Lewis ha preso davvero come riferimento la nostra città per ispirare il luogo fantastico che ha creato. La testimonianza del biografo dello scrittore, Walter Hooper, venuto anche a Narni per certificare tutto questo, è ormai cosa nota da anni”.

Ci sono molti legami tra la città e i libri dello scrittore britannico come il Ponte d’Augusto, il leone della tomba funeraria romana che nel 2005 molti identificarono con Aslan e anche i richiami medievali dei personaggi con la Corsa all’Anello. Senza snaturare nulla e con qualche sforzo, quindi, si può creare valore sfruttando un flusso mediatico imponente che tra 11 mesi partirà con prepotenza e investirà, volente o nolente, la città.