L'evento
Sandro Tomassini, a destra, alla Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea di Roma
Le opere dell’artista ternano Sandro Tomassini sono esposte alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma. Nei giorni scorsi, negli spazi didattici del museo, è stato presentato al pubblico il nuovo percorso ideato dall’artista umbro, alla presenza della direttrice Renata Cristina Mazzantini, della storica dell’arte Giovanna Coltelli e dello stesso Tomassini. Le opere cinetiche e interattive invitano i visitatori, vedenti e non vedenti, a esplorare l’arte con le mani, con gli occhi e con l’immaginazione.

L’allestimento, realizzato con la collaborazione tecnica di Tomassini Arredamenti, inaugura un percorso dedicato all’arte partecipativa e inclusiva, dove lo spettatore diventa parte integrante del processo creativo. Le sculture, i pannelli e le installazioni mutano forma a ogni contatto, offrendo una nuova percezione del rapporto tra spazio, movimento e materia.
Le opere di Tomassini non si osservano soltanto, ma si vivono. Ogni elemento invita al gesto, al gioco, all’immaginazione. Manipolare un modulo, spostare una forma, ruotare un pannello: ogni azione genera un risultato diverso, facendo di ciascun visitatore un co-autore.
“Le mie opere danno la possibilità alle persone di interagire con esse, trasformandole e ricreandole. Da un’opera ne può nascere un’altra, frutto dell’esperienza individuale. È questo il senso profondo del mio lavoro: l’arte che genera altra arte attraverso il contatto umano”, spiega Sandro Tomassini. “L’iniziativa - affermano gli organizzatori - è nata con una chiara vocazione inclusiva: le opere sono concepite per essere fruite anche da persone non vedenti o ipovedenti. Superfici tattili, materiali differenti e percorsi guidati stimolano il tatto e la memoria sensoriale. Il progetto si inserisce nel più ampio impegno della Galleria nazionale verso una cultura accessibile, che accoglie pubblici di ogni età e provenienza.

Le creazioni di Tomassini diventano strumenti educativi e sociali, capaci di promuovere un linguaggio universale basato sul contatto e sulla partecipazione”. Sandro Tomassini, 80 anni, ha avuto il suo colpo di fulmine con l’arte quando ne aveva 60. E da allora non si è più fermato con le sue straordinarie creazioni che si possono ammirare anche a Terni nel suo atelier in largo San Salvatore. La sua ricerca fonde arte cinetica, design e interazione. Dopo una lunga carriera nel settore dell’arredamento Made in Italy, con partecipazioni al Salone del Mobile di Milano negli anni ’70 e ’80 , l’artista si è dedicato alla sperimentazione artistica, portando nel suo linguaggio l’approccio progettuale del design.
Le sue opere sono state esposte in sedi prestigiose come palazzo Reale e La Permanente di Milano, nell’ambito del Premio Arte Mondadori, e alla Fabbrica del Vapore. La sua poetica si fonda sull’idea di un’arte da vivere, che si costruisce nel gesto e nella partecipazione, con una costante attenzione all’inclusione e all’uso di materiali non convenzionali. Nel suo studio, l’artista continua a sperimentare nuove soluzioni cinetiche e relazionali.

Ora le sue opere cinetiche si possono ammirare anche alla Galleria nazionale di Roma. Le sue sculture rappresentano l’evoluzione del linguaggio di Sandro Tomassini, in un dialogo costante tra progettualità e libertà espressiva. Attraverso pannelli tattili, sculture cinetiche ed installazioni interattive, l’artista trasforma lo spazio in un’esperienza da vivere con tutti i sensi.
Tra i lavori più significativi figurano 10 x 10, dove l’ordine geometrico si apre al colore; Problem Solving, installazione che unisce gioco e riflessione e la serie Oti che esplora le relazioni tra forma, movimento e partecipazione. Con Opera d’Arte Contemporanea, finalista al Premio Arte Mondadori 2023, Tomassini riflette sul linguaggio globale dell’arte; mentre in Sondrat 1, parte della collezione Immagini Variabili, il tessuto diventa materia interattiva, mutevole al tatto. Chiudono il percorso Vari Momenti di Tristezza, in cui il colore emerge come metafora di luce e rinascita, e Linee e quadretti grigio e nero, dove il ritmo visivo traduce la purezza del segno.
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