SCUOLA
In occasione del Centenario Francescano, ottavo centenario del Cantico delle Creature, presso l’Istituto Casagrande Cesi di Terni si è svolto un incontro con la partecipazione di alcune classi della scuola ternana, organizzato dalle docenti: Lolita Cascioli, Giuliana Tiberi, Ilaria Venturi ed Emanuela Manzi.
Gli studenti hanno avuto modo di ascoltare la testimonianza del signor P., che con grande coraggio ha raccontato le sue sofferenze e i suoi anni di reclusione. Attratto in gioventù dai facili guadagni della malavita, dopo aver vissuto un’esistenza segnata dal dolore inflitto agli altri e a se stesso, ha raggiunto la consapevolezza che la vera felicità risiede invece in altri valori, quelli “cantati” da San Francesco.
Il giovane Francesco, prima di diventare uno dei santi più amati della storia, viveva in un contesto sociale sorprendentemente simile a quello odierno. I suoi desideri non erano molto diversi da quelli degli studenti di oggi: ricchezza, abiti di lusso e gloria. Andò in guerra contro Perugia proprio per acquisire potere e prestigio. Dopo la conversione, si spogliò di tutto, e ciò che prima sembrava fondamentale perse ogni valore. Questo ribaltamento dei valori ha spinto i ragazzi a riflettere su cosa sia davvero essenziale nella vita di un uomo e di una donna.
L’incontro ha affascinato tutti, non solo gli studenti di fede cristiana, perché San Francesco, capace di dialogare con persone di credo diverso, trascende i confini religiosi. Il suo Cantico delle Creature, primo testo della letteratura italiana in volgare, è poco conosciuto dai giovani, ma rappresenta un messaggio universale.
L’incontro è stato aperto da Mario Menghini, docente e scrittore ternano, che ha offerto interessanti informazioni sul Cantico delle Creature, sottolineando le similitudini tra il dialetto di Assisi e quello ternano, in particolare per la comune derivazione latina di alcuni elementi linguistici. Ad esempio, l’articolo determinativo maschile singolare lu, derivato dal latino illu(m), e il neutro lo, presente in entrambi i volgari, l’assisiate e il ternano.
A seguire, la testimonianza del signor P. ha toccato profondamente gli studenti, grazie a un linguaggio diretto al loro cuore, esortandoli a scegliere il bene e a non cadere nelle trappole della droga e della delinquenza. Il suo augurio è che la propria esperienza possa essere d’aiuto per la loro vita.
Hanno fatto da mediatori la professoressa Claudia Cianca, che ha condiviso la sua esperienza nel carcere, e don Luca Andreani, il quale, con il suo carisma e il suo modo di raccontare, ha reso la figura di Francesco ancora più affascinante. Attraverso le sue parole, ha illuminato verità fondamentali come l’Amore e la Fede, che rendono ogni essere umano prezioso e unico.
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