La proposta
Stefano Bandecchi, sindaco e presidente della Provincia di Terni
“Il Festival di Sanremo? Lo facciamo a Terni e offriamo il nostro impegno gratis, ma nel nome di San Valentino!”. Una bella mossa a sorpresa, almeno per muovere le acque e porre la città sotto i riflettori nazionali. A farsi avanti è stato il sindaco Stefano Bandecchi. Battuta? Nemmeno tanto. Ma andiamo con ordine. Nel dicembre 2024 una sentenza del Tar Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival della Canzone italiana alla Rai disponendo la pubblicazione di un bando per individuare il partner della manifestazione nel rispetto dei principi di concorrenza. Questo potrebbe segnare l’inizio di una nuova era, ponendo fine a un monopolio Rai che dura da oltre 70 anni e aprendo così la strada a nuovi regolamenti.
Il bando è rivolto a “operatori economici fornitori di servizi di media audiovisivi a diffusione nazionale in chiaro, con un canale generalista nazionale e comprovata esperienza nell’organizzazione di eventi significativi.
Il partner selezionato dovrà riconoscere al Comune un corrispettivo minimo di 6,5 milioni di euro, superiore ai 5 milioni attualmente previsti dalla convenzione con la Rai, oltre a una percentuale non inferiore all’1% su tutti gli introiti legati ai proventi pubblicitari e allo sfruttamento dei marchi concessi. Inoltre, il partner sarà responsabile dei costi di realizzazione del Festival e degli eventi collaterali, inclusa la predisposizione di un palco esterno per le esibizioni in diretta”.
Di fronte a questa situazione, con tutti quei soldi ritenuti da più parti “eccessivi” e clausole vincolanti e limitative, a Viale Mazzini si è valutato di impugnare le delibere comunali sanremesi davanti al Tar della Liguria e di chiedere al Consiglio di Stato la sospensione degli effetti della sentenza di primo grado. Inoltre, a quanto sembra, la Rai avrebbe persino preso in considerazione l’ipotesi di spostare il Festival in un’altra sede. Tutto ora è nelle mani del Consiglio di Stato che il 22 maggio si pronuncerà sul ricorso. Ma, a prescindere dalla sentenza, una cosa è certa: l’idea che Sanremo sia intoccabile non regge più. Da qui molti Comuni italiani, da Torino a Palermo, si sono scatenati proponendosi come sede per il Festival e chiamando in causa la Rai, offrendo sedi, idee e proposte.
Tra tutti questi Comuni è comparsa anche la città di Terni, con il sindaco Stefano Bandecchi in prima linea: “Se facciamo il Festival della musica di San Valentino a Terni, visto che capita proprio nei giorni dei festeggiamenti del Santo dell’amore, patrono del secondo capoluogo umbro - ha dichiarato - non chiederei alcun pagamento per 10 anni perché il fatto stesso che la Rai trasmetta dal nuovo teatro Verdi, pronto nel 2026, sarebbe un grandissimo ritorno non solo di immagine, ma anche economico, tra sponsor di enorme livello, pubblico e turisti. In ogni caso - aggiunge - giudico anomalo questo bando, sono dell’idea che debba essere la Rai a trasmettere il Festival: ritengo che un evento nazionale che ferma l’Italia, una manifestazione istituzionale a tutti gli effetti, debba essere trasmessa solamente dalla tv di Stato”. Non resta dunque che attendere le sentenze e chissà mai se dopo questa vicenda San Remo possa stringere la mano a San Valentino? Se son rose, tanto per restare in tema, fioriranno.
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