La protesta
La fiaccolata contro le morti bianche (Foto Stefano Principi)
Centinaia di manifestanti si sono ritrovati, nel corso della serata di mercoledì 26 marzo, a Terni, in piazzale Bosco per la fiaccolata organizzata da Cgil, Cisl e Uil. Un grande corteo pacifico per chiedere più sicurezza sul lavoro e dire basta alle troppe morti bianche, due in appena 9 giorni in provincia di Terni. Dopo il tragico infortunio costato la vita all’operaio 26enne di Tapojarvi, martedì è stata la volta di Umberto Rosito, travolto e ucciso da un tir mentre stava lavorando in un cantiere sull’Autosole ad Orvieto. La fiaccolata si è snodata per tutto il centro cittadino fino a piazza Europa dove hanno parlato i segretari di Cgil, Cisl ed Uil, Claudio Cipolla, Riccardo Marcelli e Fabio Benedetti, ed una studentessa in rappresentanza del mondo della scuola. In mezzo alle tute blu, appena uscite dal turno alle Acciaierie, sindacalisti, amministratori locali, esponenti politici di maggioranza e opposizione, tra cui il senatore dem Walter Verini, e gente comune.
“Oggi - ha commentato l’assessore comunale allo Sviluppo Economico, Sergio Cardinali, siamo di fronte ad uno spartiacque. E dare almeno un valore all’ennesimo sacrificio umano, per contribuire a rendere sicuro un posto di lavoro, è il minimo che chi ha delle responsabilità deve mettere in campo”. Riferendosi alla morte di Sanderson Mendoza, Cardinali ha ricordato che, al di là dell’esito delle indagini della magistratura, “un simile fatto non sarebbe dovuto accadere e dunque vanno riviste e adeguate le misure di sicurezza nelle attività di un impianto manifatturiero che, nonostante l’innovazione tecnologica disponibile, ha necessità di adeguare ai tempi la propria struttura produttiva. Ed è esattamente per questo, per rendere assolutamente sicura e sostenibile l’attività per la produzione di acciaio green, che Arvedi aveva chiesto ed ottenuto dal governo l’impegno a sottoscrivere un accordo di programma che rendesse compatibile ambientalmente e socialmente la produzione, accordo che sembra oramai allontanarsi dall’orizzonte.
Terni ha bisogno di quei 300 milioni di euro di risorse pubbliche per disinquinare le attività delle Acciaierie. Terni ha bisogno degli investimenti (600, 700 milioni) per produrre acciaio green con le tecnologie più all’avanguardia e con la massima sicurezza reperibile in base alle migliori tecnologie esistenti. A questo punto - ha affermato - non è più tollerabile alcun rinvio rispetto ad una risposta promessa dal ministero delle Imprese all’ultima riunione, che doveva arrivare al massimo entro questo mese. Il Comune ha continuato a sollecitare una risposta mentre la Regione dopo avere promesso soluzioni imminenti è drammaticamente scomparsa dalla scena”.
Oltre a sollecitare il Mimit per la firma entro pochi giorni dell’accordo di programma, il sindaco Stefano Bandecchi - fa sapere l’assessore - “si farà parte attiva per richiedere un tavolo al ministero del Lavoro, al fine di aprire un veloce percorso rispetto alle procedure di lavoro della fabbrica da affrontare con l’azienda e le organizzazioni sindacali”. Intanto venerdì 28 marzo si svolgerà lo sciopero nazionale dei metalmeccanici per il rinnovo del contratto. Alle 10 ci sarà un presidio sotto la sede di Confindustria a cui prenderanno parte anche i lavoratori di Forvia-Faurecia che temono per il futuro della loro azienda.
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