IL CASO
Nell'ambito dei potenziati servizi di controllo sul territorio disposti dal Questore di Terni Luigi Mangino, volti a contrastare la perpetrazione di reati predatori, la Squadra Volante della Questura di Terni ha proceduto, nella serata di sabato 8 marzo, all'arresto di un cittadino albanese soggetto a un ordine di carcerazione. Durante un controllo, l'uomo ha presentato agli agenti un documento in cui appariva aver assunto il cognome della moglie; tuttavia, gli agenti, approfondendo le indagini, sono risaliti alla sua reale identità, scoprendo che era destinatario di un ordine di carcerazione per una condanna definitiva a 7 anni di reclusione.
L'individuo era ricercato in seguito alla denuncia di una "madre coraggio", che aveva contattato la Squadra Mobile di Terni per far arrestare i fornitori di droga del figlio, tra cui figurava il cittadino albanese. La donna, per salvare il figlio intrappolato dalla dipendenza da cocaina, aveva per mesi pagato i suoi debiti, attingendo ai risparmi e vendendo beni preziosi, inclusi oro, gioielli e perfino la propria automobile. Nonostante questi sacrifici, le richieste di denaro da parte degli spacciatori non si placavano mai, costringendola alla difficile decisione di rivolgersi alla Polizia per porre fine all'insostenibile situazione.
Gli agenti della Mobile avevano già individuato e arrestato tutti gli spacciatori coinvolti nella vicenda, fatta eccezione per il cittadino albanese, che nel frattempo si era reso irreperibile, rifugiandosi nel proprio Paese natale, dove aveva legalmente acquisito il cognome della moglie. Questa strategia, tuttavia, non ha impedito la sua corretta identificazione sul suolo italiano. E ne è scaturito l'arresto.
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