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IL PUNTO

Terni, Ast-Arvedi ferma una linea di produzione a caldo dell'acciaieria fino al 31 gennaio

Il nodo dell'Accordo di programma al centro della riunione del direttivo provinciale di Fismic Confsal

25 Gennaio 2025, 10:36

terni ast arvedi acciaio

Lo stabilimento Ast di viale Brin

Una linea di produzione dell’acciaieria di Acciai Speciali Terni è stata fermata dalle 12 di giovedì 23 fino alle 6 del 31 gennaio. Il personale interessato può recarsi al lavoro o usufruire delle ferie concordandole con il proprio personale. Sono ormai alcuni mesi che la direzione aziendale del gruppo Arvedi Ast procede sulla strada di spegnere parte degli impianti del caldo, causa i costi energetici. Una situazione che sta mettendo in crisi le aziende, soprattutto quelle energivore, e le famiglie costrette, con i costi attuali, 150 euro a megawattora, a pagare in più nel 2025, rispetto all’anno precedente, 10 miliardi. Nel 2024 il prezzo medio, in Italia, è stato 110 euro al megawattora, in Germania 78, in Spagna 63 e circa 50 euro in Francia, negli Stati Uniti 13-15 euro. Sono ormai anni che Federacciai ha lanciato il grido di allarme sul caro bollette, senza trovare ascolto dalle istituzioni. Le aziende perdono commesse, che mettono a rischio la tenuta occupazionale, perché è impossibile competere con l’estero.

Arvedi ha lanciato una iniziativa clamorosa con l’acquisto di intere pagine sui quotidiani per mettere in luce, ancora una volta, il meccanismo di formazione del prezzo dell’energia elettrica, caricato dall’ammontare del costo delle quote CO2, non dovuto, quando il produttore fornisce energia solare, eolico e idrico. “Abbiamo il dovere e la responsabilità di difendere il posto di lavoro dei nostri lavoratori” tiene a sottolineare il gruppo cremonese. Per far quadrare i conti economici Ast importa bramme dall’Indonesia, a prezzi molto vantaggiosi, in attesa che il governo faccia luce sulle richieste avanzate per la firma dell’accordo di programma. Non è facile uscire dal vicolo cieco, anche per non incorrere nelle sanzioni previste dall’Unione Europea. Chi pensava ad una passeggiata fuori porta, dovrà ricredersi.

La firma dell’accordo di programma è stata il principale argomento affrontato dal direttivo provinciale della Fismic Confsal di Terni, aperto con una relazione del segretario generale Giovacchino Olimpieri. ”Destano forte preoccupazione – sostiene il sindacato di via Annio Floriano - le conseguenze del ritardo, ormai triennale, della firma dell’accordo di programma, che dovrebbe trovare la soluzione al caro energia che attualmente Arvedi Acciai Speciali Terni sta subendo, rischiando di compromettere la competitività del sito ternano”. La Fismic ricorda l’impegno preso al ministero di convocare entro il 20 gennaio un tavolo tecnico. “Al momento non si hanno notizie in merito, per definire il quadro delle agevolazioni a sostegno dell’investimento siderurgico nel rispetto delle regole europee. Ulteriore riunione doveva avvenire tra Mimit, l’azienda, la Regione Umbria e il Comune di Terni, in relazione alla gara per la nuova concessione della centrale idroelettrica di Galleto che scadrà nel 2029 e su cui la Regione dovrà fornire i suoi intendimenti. Al termine di questi incontri e comunque entro il mese di febbraio – conclude la Fismic - deve essere riconvocato il tavolo al Ministero con tutti i soggetti per la sottoscrizione dell’accordo di programma”. La Fismic auspica che questi incontri segnino la fine di un percorso che è durato fin troppo e che questo lungo periodo di incertezza si concluda positivamente salvaguardando le produzioni ternane, strategiche per il sistema locale e nazionale.

Intanto la Giunta regionale dell'Umbria guidata da Stefania Proietti ha approvato una delibera per l’individuazione di un gruppo di lavoro finalizzato a supportare il governo regionale nella creazione di una società mista pubblico-privata per la gestione dell’energia prodotta dalle grandi concessioni idroelettriche. Il gruppo di lavoro intersettoriale sarà composto dalla direzione sviluppo economico e dalla direzione governo del territorio, con la presenza del dirigente responsabile del servizio, e dalle società Sviluppumbria e Gepafin.

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