Mercoledì 17 Settembre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

LIVE

logo radio

Il caso

Strage di Bologna, chiesta la conferma dell'ergastolo per ex terrorista dei Nar detenuto nel carcere di Terni

Nell'eccidio del 2 agosto del 1980 perse la vita anche il giovane ternano Sergio Secci. Il padre Torquato, con l'associazione dei familiari delle vittime, lottò per anni per chiedere giustizia

Antonio Mosca

14 Gennaio 2025, 05:50

terrorismo nero strage bologna

Gilberto Cavallini è detenuto in semilibertà nel carcere di Terni

La Procura generale della Cassazione, lunedì 13 gennaio, ha chiesto la conferma della condanna all’ergastolo, già inflitta in primo e secondo grado, per l'ex terrorista dei Nar Gilberto Cavallini per la strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna in cui morirono 85 persone e oltre 200 rimasero ferite.

Cavallini, 72 anni, si trova nel carcere di Sabbione, a Terni, e da tempo è in regime di semilibertà. E’ difeso dagli avvocati Gabriele Bordoni e Alessandro Pellegrini che nel loro ricorso hanno affermato che le condotte contestate al loro assistito “sono in parte già giudicate con la sentenza del primo processo sulla strage che lo vide condannato per banda armata, e in parte non conferenti con la strage e comunque in assenza dell'elemento soggettivo”. Nella strage del 1980, come si ricorderà, morì anche Sergio Secci, studente ternano che frequentava l’Università a Bologna. E suo padre, Torquato, portò avanti per anni con grande coraggio e determinazione la battaglia per chiedere giustizia e dare un volto ed un nome ai mandanti ed agli esecutori materiali dell’eccidio.

Con una requisitoria scritta, di 139 pagine depositata in vista dell’udienza davanti ai supremi giudici della prima sezione penale, il sostituto procuratore generale Antonio Balsamo ha chiesto di rigettare il ricorso presentato dalla difesa di Cavallini, accusato di aver fornito alloggio a Francesca Mambro, Giuseppe Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini e di aver falsificato il documento intestato a Flavio Caggiula, consegnato da Ciavardini a Fioravanti, e di aver messo a disposizione un’auto per raggiungere il luogo della strage. “Devono ritenersi del tutto inconcludenti le critiche mosse nel ricorso che fanno leva sulla mancanza della prova della presenza fisica di Cavallini a Bologna il 2 agosto, della sua attività di detenzione di esplosivo e di preparazione del congegno esplodente - si legge nella requisitoria del pg di Cassazione, Antonio Balsamo. Tali censure sono inidonee a inficiare la coerente ricostruzione dei fatti compiuta nella sentenza impugnata, da cui emerge in modo inequivocabile il complesso dei contributi apportati dall'imputato all'impresa criminosa”. Per la Procura generale dunque l’apporto dell’ex terrorista neofascista “è pienamente provato”.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie