IL SINDACATO
L’investimento ad Ast di Terni per il nuovo reparto per il lamierino magnetico è rinviato a data da destinarsi, l’area a caldo indebolita: è il grido di allarme che hanno lanciato la Fiom e la Cgil nel corso di una conferenza stampa, che si tenuta in vicolo San Procolo, con la partecipazione di Alessandro Rampiconi, segretario generale provinciale della Fiom, Claudio Cipolla, segretario generale provinciale della Cgil, e Massimiliano Catini, coordinatore Fiom della Rsu Arvedi Ast.
Il sindacato rosso è preoccupato per la piega che ha preso la vertenza a seguito dell’incontro, infruttuoso, che si è tenuto il 30 dicembre 2024, al ministero delle Imprese e Made in Italy (Mimit). Il problema del caro energia, sollevato dal management del colosso siderurgico guidato da Giovanni Arvedi, non è risolto, è nuovamente slittata la firma dell’accordo di programma, accordo che si dovrebbe chiudere entro il 20 gennaio, per riconvocare il tavolo ministeriale entro il mese di febbraio. Rampiconi non ha dubbi.
“Ad Ast si riducono gli investimenti a 600 milioni in particolare quello relativo al magnetico viene rinviato”. L’azienda per il nuovo reparto aveva previsto 411 milioni. I costi energetici incidono in particolare nell’area a caldo. “Per sopperire alle criticità si procede con un mix produttivo, importando bramme dall’Indonesia”. Già oggi, Ast importa circa centomila tonnellate di bramme, fermando un forno al reparto Acciaieria, ma in seguito l’approvvigionamento potrebbe anche essere superiore. “E’ stato indicato il termine del 2029 – continua Rampiconi - con una fase transitoria indicata nel biennio 2027-2028. E nei due anni precedenti cosa accadrà?”.
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