Il caso
Palazzo Spada, sede del Comune di Terni
Il dissesto del Comune non è imputabile all’ex sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, ed all’ex assessore al Bilancio, Vittorio Piacenti D’Ubaldi. La seconda sezione giurisdizionale centrale d’appello della Corte dei Conti ha messo la parola fine ad una vicenda che si trascinava da anni. E che era andata avanti in parallelo alla cosiddetta operazione Spada che aveva travolto l’allora governo locale di centrosinistra. E come era già accaduto sul fronte penale anche per quanto riguarda il dissesto dell’ente, tutte le accuse sono cadute.
Due anni fa i giudici avevano scagionato gran parte dei componenti della giunta, in carica tra il 2014 ed il 2018, ma avevano condannato Di Girolamo e Piacenti d’Ubaldi a pagare una cifra commisurata alle loro retribuzioni lordi mensili, oltre alle sanzioni interdittive. Per l’esattezza 11.180 euro per l’ex sindaco dem e 59.034 euro per il suo assessore al Bilancio. Quest’ultimo era stato interdetto temporaneamente dall’esercizio dell’attività di revisore, cosa che gli aveva creato problemi per il suo lavoro. Ma anche questa sanzione aggiuntiva è caduta. “Giustizia è stata fatta”, è stato il commento a caldo del suo legale, l’avvocato Nicola Pepe (nella foto). “Ne ero convinto sin dall’inizio e ora non posso che esprimere grande soddisfazione per questa sentenza. Si mette un punto a tutta questa vicenda. E si conferma che le azioni intraprese dal mio assistito si sono sviluppate nel solo interesse dal Comune che rappresentava come assessore”.
La Corte dei Conti ha anche respinto il ricorso della Procura confermando le assoluzioni, già decise in primo grado, nei confronti degli altri componenti delle giunte Di Girolamo: Francesca Malafoglia, Stefano Bucari, Emilio Giacchetti, Francesco Andreani, Daniela Tedeschi, Cristhia Falchetti Ballerani e Tiziana De Angelis. In aula c’è stata incertezza fino all’ultimo con l’avvocato Pepe che, per quasi un’ora di fila, ha smontato l’impianto accusatorio. Alla fine il collegio ha accolto il suo ricorso principale e quelli incidentali. Anche per Di Girolamo, dunque, è stata esclusa qualsiasi responsabilità nel dissesto di palazzo Spada. La sentenza è stata pronunciata dal collegio composto dalla presidente Daniela Acanfora, dai consiglieri Domenico Guzzi, Roberto Rizzi e Ilaria Annamaria Chesta e dalla consigliera relatrice Maria Cristina Razzano. In 81 pagine è stata ricostruita tutta la vicenda, chiarendo che la situazione deficitaria dell’ente era addirittura precedente alle giunte Di Girolamo e che il rigetto del piano di riequilibrio dei conti, allora presentato, non inficia la legittimità dell’operato di quegli amministratori. “Sono molto soddisfatto di questa sentenza che - afferma l’avvocato Roberto Spoldi, legale dell’ex sindaco - conferma ciò di cui non ho mai dubitato: Di Girolamo e la sua giunta hanno posto in essere le iniziative più idonee proprio per evitare il dissesto. Si chiude così quel triste capitolo della storia cittadina iniziato nel 2017 con l’elicottero che sorvolava palazzo Spada”. Immagini di un blitz che hanno lasciato un segno profondo e che ora vanno definitivamente in archivio.
“Voglio aggiungere la mia soddisfazione a quella già espressa dai segretari Pd di Terni e provincia, Pierluigi Spinelli e Fabrizio Bellini, per la sentenza definitiva della Corte dei Conti a favore dell’ex sindaco Di Girolamo, dell’assessore Piacenti D’Ubaldi e di tutti i membri della giunta. Questa di oggi, in sede contabile, si aggiunge ad altri pronunciamenti analoghi nei confronti degli amministratori ternani, che avevano già da tempo confermato quello che tutti sapevano, a partire dai cittadini ternani: Leo Di Girolamo e le persone della sua giunta erano e sono persone perbene, che hanno sempre messo al centro gli interessi della comunità ternana". Così il senatore Walter Verini, segretario della commissione Giustizia e capogruppo Pd nella commissione Antimafia. "Lo dicemmo - questo - anche nei giorni ingiusti e dolorosi di provvedimenti pesanti e discutibili della stessa
Magistratura, che anche nelle modalità in cui vennero attuati, sollevarono interrogativi e perplessità. Questa sentenza non risarcisce certamente il dolore e il danno subito da queste persone, anche a causa di attacchi e speculazioni politiche, ma rende comunque giustizia a persone di cui - conclude - la comunità ternana non ha mai dubitato”. Soddisfazione per il pronunciamento della Corte dei Conti anche da parte del segretario regionale del Pd dell'Umbria, Tommaso Bori, e del capogruppo dem in Comune, Francesco Filipponi.
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