IL CASO
Il carcere di Terni
Erano entrambi fuori servizio, ma i due uomini della polizia penitenziaria hanno notato e bloccato un'auto con tre persone che stavano pilotando un drone diretto al carcere di Terni con un carico di 4 telefonini e denaro per 12 mila euro. Tutto materiale destinato ai detenuti.
La denuncia del grave episodio è stata fatta dal Sappe, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria.
L'episodio è accaduto nel tardo pomeriggio di venerdì 29 novembre. Come riferisce Fabrizio Bonino, segretario per l’Umbria del Sappe, "grazie alle intuizioni di un ispettore superiore distaccato da un altro istituto a Terni per l'attività di polizia giudiziaria e ad un ispettore capo del reparto locale, entrambi fuori servizio - avevano appena terminato il proprio turno - è stata individuata e bloccata un'auto con a bordo tre soggetti intenti a pilotare il drone in sorvolo sul carcere per illecite attività legate al traffico di stupefacenti e l'introduzione di apparati telefonici cellulari. I poliziotti, col supporto di altri Agenti, hanno bloccato la macchina dei malviventi e hanno sequestrato 12mila euro in contanti e 4 telefoni cellulari che erano destinati ai detenuti”.
"Il problema dell’introduzione di telefoni in carcere - ha evidenziato Bonino -è da tempo noto e conosciamo bene la sua portata che è diventata davvero significativa e continua a crescere giorno dopo giorno. Ci preoccupa non solo il loro utilizzo per scopi illeciti all’esterno del carcere, come più volte riscontrato nelle attività di indagine che vengono svolte quotidianamente nei penitenziari e sul territorio nazionale, ma anche il vero e proprio commercio che è presente all’interno delle mura dove uno smartphone ceduto tra detenuti moltiplica vertiginosamente il proprio valore, diventando fonte di ingenti guadagni illeciti per chi riesce a gestirne il commercio”.
Il Segretario Generale Sappe Donato Capece evidenzia come anche quest’ultimo evento confermi "tutte le ipotesi investigative circa l'ormai conclamato fenomeno di traffico illecito a mezzo droni, fenomeno questo favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto e delle criticità operative attuali, in cui opera la polizia penitenziaria, con dei livelli minimi di sicurezza. Il compiacimento del Sappe va al personale del Reparto di Polizia Penitenziaria di Terni”.
Il leader nazionale del primo Sindacato del Corpo ha informato inoltre che è in corso di organizzazione territoriale “un Nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura. Peraltro, i droni si prestano bene alla ricognizione delle aree vicine a un carcere e possono fornire valido aiuto: pensiamo, ad esempio, in caso di evasione giacché consentono velocemente di rilevare e monitorare ampi spazi senza essere visti. Ovviamente al drone si devono accompagnare strumenti di ultima generazione, ad esempio software in grado di utilizzare i frame dei video mandati alle centrali operative e, soprattutto, una formazione specializzata per il personale".
Per questo l’auspicio del leader nazionale del Sappe “è che presto anche l’Umbria possa disporre di un numero sufficiente di poliziotti, adeguatamente preparati, formati e specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che repressiva".
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