L'operazione
Raffaele Cantone, procuratore di Perugia
A Terni duro colpo all’immigrazione clandestina. Maxi operazione della polizia di Stato che ha portato all’esecuzione di 3 misure cautelari e ad altre 25 persone indagate in stato di libertà per reati in materia di favoreggiamento della permanenza e dell’ingresso sul territorio nazionale di cittadini stranieri. Il giro d’affari era cospicuo ovvero fino a 4 mila euro per ogni pratica. Ed erano a centinaia. In prima linea la squadra mobile di Terni e il personale del servizio centrale operativo con il supporto delle questure di Roma, Perugia, Frosinone, Macerata, Ascoli Piceno, L’Aquila, Teramo, Viterbo, Rieti, Grosseto, Siena. Agli arresti domiciliari sono finiti un 30enne egiziano e un 32enne del Bangladesh, mentre c’è l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per un 58enne italiano.
Sono tutti residenti a Terni, indagati per “associazione per delinquere finalizzata alla contraffazione di documenti necessari al rilascio di un titolo di soggiorno” e per aver favorito, “mediante l’utilizzo degli stessi, la permanenza di cittadini stranieri sul territorio nazionale e l’ingresso attraverso il ricongiungimento familiare”. L’operazione viene spiegata e firmata dal procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone: “Gli oltre 100 operatori della polizia di Stato – scrive - sono altresì impiegati in numerose perquisizioni delegate sempre da questa Procura nei confronti di altri 25 soggetti, molti dei quali residenti fuori regione e tutti sottoposti ad indagine, a vario titolo per i reati sopra indicati, nell’ambito del medesimo procedimento penale”.
Le indagini hanno avuto origine nel 2022 a seguito di una segnalazione pervenuta alla Procura della Repubblica di Terni dall’Ufficio Anagrafe del Comune di Terni, riguardante le frequenti quanto sospette richieste di residenza o di cambio di residenza da parte di cittadini stranieri, in prevalenza originari di Pakistan, Afghanistan, Egitto ed Iraq, in alcuni appartamenti del centro cittadino.
Nel corso degli accertamenti è emersa la figura di un egiziano, titolare di alcune attività commerciali, sarebbe stato lui a organizzare il giro: avrebbe consentito, tra l’altro, a vari soggetti extracomunitari principalmente di nazionalità egiziana, di ottenere o rinnovare il titolo di soggiorno, procurando locazioni, poi accertate come fittizie, in modo da poter richiedere la residenza (i relativi contratti venivano registrati all’Agenzia delle Entrate anche dal 58enne italiano, titolare di un’agenzia immobiliare, pure destinatario della misura cautelare), e documentazioni artefatte relative alla loro posizione economica.
“Le indagini - spiega ancora il procuratore – hanno consentito di ipotizzare un’associazione a delinquere attiva in provincia di Terni e che ruotava attorno al 30enne egiziano che riceveva ed effettuava circa 800 chiamate telefoniche al giorno e che era in grado di far ottenere i documenti necessari per conseguire, a seconda dei casi, il rilascio del permesso di soggiorno, il suo rinnovo, la trasformazione del permesso di soggiorno di cui erano titolari in quello di lungo periodo CE, ovvero ad ottenere il ricongiungimento in Italia con familiari residenti all’estero”. E’ quindi stato accertato che i diversi cittadini extracomunitari, perlopiù, richiedevano per la prima volta il soggiorno per asilo politico, o il suo rinnovo, o per protezione sussidiaria, ovvero la trasformazione del permesso di soggiorno di cui erano titolari in quello di lungo periodo CE, attestando falsamente la loro posizione lavorativa attraverso documentazione inerente l’apertura di ditte individuali (oltre 100 partite Iva, la maggior parte delle quali per attività non specializzate di lavori edili o volantinaggio) o rapporti di lavoro subordinato presso le predette ditte individuali, spesso senza che allo straniero fosse versato alcun contributo, ditte come autolavaggi e barbieri, oppure in alcuni casi direttamente alle dipendenze dello stesso 30enne egiziano; queste attività presentavano, di frequente, come sede legale la stessa residenza dello straniero e i sopralluoghi effettuati dagli investigatori non hanno mai riscontrato alcuna ditta presente.
Il servizio fornito ai cittadini stranieri fruttava un compenso, individuato secondo una sorta di vero e proprio tariffario che variava a seconda della pratica necessaria per ogni singolo straniero interessato: il pacchetto completo, secondo quanto emerso, avrebbe avuto un costo che si aggirava, come scritto, intorno ai 4 mila euro con pagamenti, effettuati a volte in più soluzioni, anche attraverso bonifici, di frequente effettuati dall’estero, in particolare dalla Francia. Case minuscole che il più delle volte ospitavano decine di persone in pochi metri quadrati: “Nelle numerose abitazioni interessate, perlopiù presenti a Terni, ma alcune anche a Narni, Stroncone e Arrone, anche se di pochi vani, figuravano residenti decine di extracomunitari: in un’abitazione in pieno centro di soli 38 mq, in un periodo, sono risultate residenti formalmente ben 14 persone”.
Altra figura di spicco dell’organizzazione sarebbe stato il 32enne del Bangladesh, titolare di partita Iva per attività di consulenza: si occupava delle ‘pratiche amministrative’ necessarie ai diversi stranieri interessati. Le indagini sono tutt’ora in corso e non sono esclusi ulteriori sviluppi.
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