CALCIO DILETTANTI
Come successo a marzo 2019, quando a far discutere fu Marcello Bazzurri, l’allenatore di quella squadra, il Casa del Diavolo, formazione che milita nel girone A di Promozione, è di nuovo tristemente protagonista per un episodio di discriminazione e sessismo nei confronti di un arbitro donna, in questo caso Diletta Ciommei della sezione Aia di Terni. Sei anni fa il tecnico dei rossoblù (tornato sulla panchina del Diavolo in estate) disse in riferimento al direttore di gara folignate Ilaria Possanzini (contestata per alcune decisioni prese in campo) che, in genere, “le donne nel calcio o fanno le pulizie o stanno in cucina”. Ora il copione si ripete. In relazione al match interno perso per 1-0 domenica scorsa contro il Padule, il giudice sportivo della Federcalcio dell’Umbria ha deciso per il club rossoblù una gara a porte chiuse “in quanto alcune persone posizionate dietro la panchina e riconducibili alla società - si legge nel comunicato numero 87 del Comitato regionale Umbria della Figc-Cru - in quanto indossavano giacchini recanti il logo sociale, tenevano un comportamento offensivo nei confronti del direttore di gara, pronunciando gravissime frasi di carattere discriminatorio e sessista. Analogo comportamento veniva tenuto al termine della gara non solo dal Bistoni (sanzionato a parte) ma anche da altri dirigenti della società”.
Ma non è tutto, perché ai rossoblù è stata comminata anche una multa di 1.200 euro per le stesse ragioni. Il dirigente inibito fino al 30 giugno 2027 è Diego Bistoni, fermato perché “veniva espulso per proteste nei confronti del direttore di gara - si legge ancora nel comunicato -. Nel momento in cui gli veniva mostrato il rosso, il suddetto si avvicinava all’arbitro venendogli faccia a faccia e urlandogli con atteggiamento minaccioso e intimidatorio frasi gravemente offensive. Dopo aver lasciato il recinto di gioco, il Bistoni si posizionava dietro la porta difesa dal portiere della squadra avversaria, da dove proseguiva a offendere l’arbitro per tutta la durata della gara e anche successivamente. In particolare il Bistoni pronunciava vari insulti e proferiva gravissimi, intollerabili e irripetibili insulti di stampo discriminatorio e sessista, offendendo oltre ogni limite la dignità del direttore di gara. Al termine della gara, mentre si recava verso gli spogliatoi, il Bistoni, insieme ad altri dirigenti della società Casa del Diavolo, si portava nei pressi del cancello di ingresso (chiuso), continuando a insultare e offendere pesantemente il direttore di gara... arrivando ad affermare che le donne arbitro non devono arbitrare e devono stare a casa”.
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