PERUGIA
Oggi sono 10 anni che Antonio Ceccarini ci ha lasciato, travolto da una malattia implacabile, ma affrontata con quel tratto caratteriale che l’aveva fatto amare dai tifosi, come del resto i suoi compagni, protagonisti della squadra “che non perse mai”. E di tutti abbiamo un ricordo, un flash, una sensazione: le parate volanti e quasi impossibili di Nello Malizia, il carisma accecante (per compagni e avversari) di Frosio, Nappi e Vannini, i “capi” della brigata, oppure la forza e la garra molto uruguaigie di Bagni, i gol come una sentenza di Speggio, con quel in tuffo di testa contro l’Ascoli che ha tappezzato la città coi manifesti 6x3 della campagna abbonamenti (“il Perugia è di tutti”). Ma, chiediamoci, noi che c’eravamo, ma anche chi non c’era, pensando a Cecco in maglia rossa, che cosa viene in mente? Una sola cosa, immediata: il gol di testa del 2-2 all’Inter, 4 febbraio 1979 (nella foto di Giancarlo Belfiore).
Ce n’è mai stato uno così importante, così determinante nella storia del Grifo? Forse quello di Eros Lolli (promozione in B nel 1967), probabilmente qualche altro che ha timbrato successi storici, soprattutto in trasferta, ma per citare esattamente i marcatori bisogna andare dritti all’Almanacco Panini (a caso: la doppietta di Curi a Verona, Vannini e Speggio a Torino con la Juve, Saudati e Vryzas a San Siro col Milan). La testata di Ceccarini al 93’, invece, pur non avendo portato ad un successo, riletta a posteriori è stata la più significativa della stagione dell’imbattibilità, visto che mai, nelle altre 29 partite, il Grifo era stato così vicino alla sconfitta. E se adesso nelle statistiche ufficiali della serie A c’è solo il nome del Perugia nella casella “minor numero di sconfitte” nei tornei a 16 squadre, gran parte del merito va al Tigre, nome di battaglia col quale lo conoscevano i tifosi (e oggi, chissà, potrebbe persino farselo scrivere sulla maglia), al Cecco, come lo hanno sempre chiamato la moglie Grazia, gli amici e i compagni.
Di lui come giocatore sappiamo praticamente tutto: una concentrazione da fuoriclasse, mai una espulsione, un cinturone pieno di “tacche”, una per ogni attaccante ridotto ai minimi termini, la nomina come miglior terzino del campionato, nel Top 11 del 78-79, davanti a un mostro sacro dei difensori come Claudio Gentile.
Nel privato, invece, dietro la corazza costituita dalla maglia rossa numero tre c’è sempre stato un uomo dolce, affettuoso, legatissimo alla famiglia ed ai suoi riti, alle sue responsabilità, a Grazia, Matteo e Gaia che oggi pomeriggio alle 18 lo ricorderanno assieme ad amici e conoscenti con una messa in suffragio che sarà celebrata presso la chiesa di Ferro di Cavallo.
Per dicembre poi, è già programmato un evento alla sala dei Notari, con proiezione di filmati (tra i quali, naturalmente, il gol all’Inter), interviste, un talk show con molti ospiti legati al Perugia Calcio e la presentazione del libro-biografia su Antonio Ceccarini.
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