VOLLEY A1 FEMMINILE
Antonio Bartoccini, presidente di Perugia Volley
Si è chiuso con un accordo il caso relativo ad Asia Cogliandro. La ex giocatrice della Bartoccini MC Restauri in una intervista a La Stampa aveva accusato la società di fatto di “averla licenziata perché incinta”. Accuse che il club perugino e il presidente Antonio Bartoccini hanno sempre respinto. Martedì 5 agosto si è svolta in video conferenza la Camera di conciliazione convocata dalla Lega Pallavolo Serie A Femminile in merito alla vicenda che ha coinvolto appunto la società delle Black Angels e l’atleta.
Al termine dell’incontro, il presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile, Mauro Fabris ha in pratica riepilogato quanto accaduto e le mosse future conseguenti alla vicenda: “In una breve Camera di Conciliazione, le parti coinvolte hanno esposto le proprie ragioni riconoscendo che la vicenda, che doveva e poteva essere gestita meglio nel massimo rispetto della particolare condizione di Asia - si legge in una nota - è nata anche da una serie di reciproche incomprensioni e dall’utilizzo e dalla diffusione di notizie e termini inesatti. Non c’è mai stato ad esempio il licenziamento dell’atleta. Non c’è mai stato nessuno ‘sfratto’ dall’appartamento dato a lei in uso dalla società, ma una incomprensione riguardo alle modalità di liberarlo dopo che la stessa atleta aveva lasciato Perugia. Va sottolineato come sia Asia, a cui vanno gli auguri di tutta la nostra Serie A per una serena continuazione della gioia della maternità, che il presidente Bartoccini abbiano condiviso quanto proposto dalla Lega, trovando un accordo di reciproca soddisfazione sulla base delle intese contrattuali inizialmente in essere”.
“In conclusione - ha aggiunto Fabris - entrambe le parti hanno ribadito come questa vicenda debba servire per il futuro affinché le nuove normative sul lavoro sportivo agiscano per un’effettiva tutela della maternità delle atlete, soprattutto per quanto riguarda l’efficacia delle coperture previdenziali previste, che devono essere comparate a quelle delle altre lavoratici ma considerando la particolare condizione di un’atleta che evidentemente non può continuare ad allenarsi e scendere in campo quando sta per diventare mamma. Come Lega, nella cui Serie A hanno giocato e continuano a giocare decine di atlete che hanno scelto di diventare madri senza che questo mai costituisse un problema, ribadiamo la nostra posizione: la maternità non può mai essere un problema. Ma al tempo stesso - si conclude il comunicato con le dichiarazioni di Fabris - ribadiamo come non possono essere le sole società sportive a dover sopperire ad una mancanza legislativa che non tutela le atlete. In questo senso ci auguriamo che l’iniziativa, nata da questa vicenda di Asia, annunciata dal Ministro Abodi di una revisione, d’intesa con i Ministeri del Lavoro e della Famiglia, delle normative attualmente vigenti, arrivi a concretizzarsi in fretta. Da parte nostra, come Lega, d’intesa con le giocatrici, ci impegniamo a definire un protocollo valido per tutti i club da inserire nei prossimi contratti, affinché il trattamento delle atlete che scelgono di mettere al mondo un figlio sia tutelante per le stesse e sia reso omogeneo per tutte le nostre società.".
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