L'ANTIEROE
Quando Sinner cala il cappellino sulla testa adesso si alzano in piedi anche nel tempio del tennis. Jannik abbatte l'ultimo tabù italico e copre col tricolore Wimbledon, trofeo che dal 1877 non avevamo mai alzato. Non avevamo mai avuto neanche un numero 1 per la verità, ma da ieri l'unico rivale credibile di Fox per i prossimi anni, viene spinto fra la schiera dei mortali.
Alcaraz frustrato da fondo (ché l'erba, da due anni il suo regno, non è la terra dove il top si alza) finisce della rete di Sinner che non soffre le seconde da sinistra come a Parigi e tiene lo spagnolo sull'angolo destro per disinnescare il dritto dal centro. Dal terzo set tornano le magie al servizio, il colpo che a Wimbledon ha preso più quota col cambio di impugnatura (chiusa da destra per lo slice) e più aperta da sinistra per far prendere i giri kick. Jannik aveva già sbloccato un livello al Roland Garros: si era capito anche dopo la sconfitta (se quella era una sconfitta bisognava riscrivere il significato di vittoria, sì ci piace citarci per una volta) e a Wimbledon ne ha sbloccato un altro ancora già con l’accesso alla finale. Il capolavoro è arrivato con un ultimo atto giocato in salita, in silenzio, sofferenza.
L'antieroe che rinasce da un 4-2 che si trasforma nell’abisso di un 6-4 ma all'inizio del secondo invece di afflosciarsi rinasce col break decisivo per vincerlo. Nel terzo comincia a servire e a sparare rovesci come smash. Carlitos avverte che "da fondo è più forte di me", l'ammissione all'angolo del pugile abituato al centro del ring, che sta per andare giù. Così è, ma quello visto ieri è solo un minuscolo capitolo di quella che diventerà l'eterna sfida fra Sinner e l'asso di Murgia: tante pagine bianche le scriveranno negli anni a venire proprio loro due.
Il manuale di una nuova epoca tennistica. Rivalità che passerà alla storia. Jannik ha 23 anni e Carlos 22. I tennisti che hanno vinto uno Slam, tutt'ora in attività, sono quattro. Tre di loro, Djokovic (38 anni), Wawrinka (40), Cilic (36), sono sul viale del tramonto. Daniil Medvedev (29), il quarto, non è in un gran momento (eufemismo). Gli altri non reggono né la classe, né il ritmo, né la continuità e la potenza dei due. Terrificanti e precoci in tutte le superfici. Alcaraz c'era già prima di Sinner.
Nel 2022 - quando Jannik si arrabattava agli angoli nella top ten - Carlos era il più giovane tennista della storia a raggiungere la posizione numero 1 del mondo ranking ATP, appena 19enne. Ha vinto 21 titoli nel circuito maggiore, tra cui cinque tornei del Grande Slam. A 21 anni aveva già portato a casa tre Slam su tre superfici diverse: cemento, terra e erba. Già l'erba. Da oggi però ha un altro re (e il tocco ce l'ha anche lui) e con buona pace di tutti, dovranno farsene una ragione.
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