LA CURIOSITA'
Pierluigi Frosio, leggenda del Grifo
Prima dell’Argentina vennero l’Iraq e la Libia. Erano gli anni ‘70 e i giocatori del Perugia, oltre al loro lavoro in mezzo al campo, si prestavano anche alla professione del giornalista. Reporter di viaggio durante le loro esperienze fuori l’Italia e, in questo caso, oltre i confini d’Europa. Nel 1976 il Grifo volò infatti a Baghdad, e replicò l’esperienza in Medio Oriente l’anno successivo, nel 1977, a Tripoli.
Fuorigioco, settimanale dell’epoca redatto dai giocatori biancorossi, ospitò tra le sue colonne i racconti dei più illustri volti della storia del Grifo. Tra questi, quello di Pierluigi Frosio che, in un servizio con foto di un “certo” Walter Novellino, racconta l’arrivo della squadra a Baghdad per giocare un’amichevole contro una squadra irachena, in uno stadio definito dal leggendario libero come “niente male, con una capacità di circa 40 mila persone”. Quel match finì 2-1 per il Perugia, con le reti decisive realizzate da Cinquetti e da Novellino. Un’esperienza che rafforzò ulteriormente i rapporti di lavoro che esistevano tra il presidente Ghini e lo stato iracheno.
Frosio, a chiusura del capitolo dell’articolo, parla infatti di una “cena invitati dal Ministro dello Sport, in un ristorante a luci soffuse, birra e Seven-Up a volontà, niente vino e acqua minerale”. Oltre all’esperienza sportiva, Frosio racconta poi di un fatto avvenuto poco prima della gara. Era il 14 ottobre, un giovedì, e il libero parla “di una mattinata di shopping per le vie di Baghdad. Si cercano in prevalenza tappeti (magari volanti). L’artigianato locale però non esiste. I prezzi sono proibitivi. Molti di noi abbandonano l’idea dei tappeti (litigheremo con le mogli) e cercano di acquistare cose più accessibili (Malizia si fa uno stock di pistole antiche)”. Ad avercene oggi reporter di viaggio così.
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