CALCIO E DISABILITA'
Adriano Silvestri dell'Ellera
L’inclusione, quella vera, è se non ti accorgi. Che, se la vedi, la differenza aggiunge piuttosto che sottrarre. Succede così che, in coda a un mese di giugno caldissimo, a San Mariano di Corciano - presso il Circolo Uisp del parco dei Tigli, più precisamente - vada in scena la prima edizione del torneo delle frazioni di Corciano di calcio a 7, il “Torneo dei castelli”. Succede che una delle squadre partecipanti, quella di Ellera, sia una rappresentativa mista composta da ragazzi dell’Asd Ellera e della Pontevecchio, società che partecipano entrambe al campionato regionale di secondo livello della Divisione calcio paralimpico e sperimentale della Figc dedicato a ragazzi e ragazze con patologie psichiatriche e disabilità intellettivo-relazionale. Un progetto, questo, sviluppato in sinergia tra la presidente della Comunità Capodarco di Perugia, Francesca Bondì, e il delegato regionale della Dcps, Armando Marcucci, col sostegno dell’intera giunta del comune di Corciano, dell’assessore allo Sport Francesco Cocilovo e degli assessori al Comune di Perugia, Pierluigi Vossi e Costanza Spera.
Il senso: disabili e non insieme, in campo. Succede che i ragazzi “speciali” di Ellera perdano per 12-6 la prima di campionato contro la corazzata Solomeo, una formazione composta da giocatori che hanno militato in Eccellenza, Promozione o Prima categoria. Succede che il torneo riservi gioie e dolori ai gialli dell’Ellera, ma alla fine anche grandi, grandissime sorprese. Al termine della fase regolare del torneo, infatti, uno dei ragazzi con disabilità si è laureato addirittura capocannoniere con ben 8 gol all’attivo, leader (insieme al sanmarianene Cruzzolin) al cospetto di bomber navigati dei nostri campionati dilettantistici. Un bomber “speciale” solo perché con un fiuto del gol particolarmente sviluppato, mica per altro. Si chiama Adriano Silvestri, ha 26 anni e con il pallone tra i piedi ci sa fare. Ai Tigli, più di tutti gli altri. E alzi la mano chi dall’esterno ha notato la differenza. Questa è la vera inclusione.
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