Automobilismo
Fabrizio Fondacci direttore di gara internazionale
Fabrizio Fondacci, classe 1965, è da pochi mesi presidente del Ceca (Comitato eugubino corse automobilistiche). Una carriera, la sua nel motorsport, che parte da lontano. Nel 1993 diventa commissario di percorso fino a oggi, quando è tra i più apprezzati direttori di gara a livello internazionale. Il suo curriculum parla chiaro: ha diretto 18 Gran Premi di Formula 1, decine di gare di velocità in salita, su pista e rally.
C’è un pilota che ha lasciato il segno nel percorso di Fabrizio Fondacci?
Ho visto la crescita esponenziale di Max Verstappen dalla Formula 2000 ai giorni nostri, ricordo bene Antonelli due anni fa nel campionato italiano GT quando corse 50 minuti senza alcun cambio dominando la gara di Misano da subito in una specialità che non era certo la sua. Si vede subito la stoffa del grande pilota.
Qualche aneddoto?
A Monza Hamilton e Verstappen finirono uno sopra l’altro. Era un po’ che facevano i birichini compresa la gara precedente a Spa. Allora abbiamo deciso di farli restare così per due giri, una sorta di penitenza per riportarli alla ragione.
Un sogno nel cassetto?
Riportare il Trofeo Fagioli in Europa. Ora che sta cambiando la governance nazionale della Fia per noi può aprirsi una finestra importante.
Se Fondacci apre il libro dei ricordi eugubini?
Penso a Marcello Cecilioni che considero il mio maestro, a Gigino Balducci che mi volle nel comitato, a piloti del calibro di Cafiero Minelli che correva spesso a Vallelunga. Penso al feeeling che ho sempre avuto con Gianni Urbani, ad Alfredo Sebastiani che ha lasciato il segno a livello nazionale nella Formula 3. Era nel team di Merzario con Nannini, Patrese e Paletti. Ma penso anche a Giuliano e Diego Alessi e ora ai giovani Pietro Alessi e Lorenzo Mariani. A Gubbio quando si parla di motori non si scherza…
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