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Città di Castello, la cordata argentina che vuole il club si presenta: "Ecco chi siamo"

06 Maggio 2025, 11:08

Città di Castello, la cordata argentina che vuole il club si presenta: "Ecco chi siamo"

Matias Bergoglio, Johnatan Maldonado ed Ezequiel Manzano

Idee chiare e la consapevolezza che il compito da svolgere sarà tutt’altro che agevole. La cordata argentina che la settimana scorsa ha stipulato il compromesso preliminare per l’acquisto di tutte le quote societarie del Città di Castello, acquisto che nel mese di giugno diventerà effettivo, si presenta e ha finalmente dei volti: sono quelli di Matias Bergoglio (padre di Felipe, ex giocatore del Trestina, poi passato in Toscana alla Castiglionese) che ricoprirà il ruolo di responsabile e direttore generale del club, di Ezequiel Manzano che sarà invece il responsabile dell’area tecnica e, infine, di Johnatan Maldonado che avrà compiti di responsabile delle finanze e del marketing. Bergoglio senior è il portavoce della cordata argentina e ci ha spiegato a grandi linee e in esclusiva i programmi societari.

IL PROGETTO

“Noi rappresentiamo una cordata composta da noi e da altri sei investitori argentini - spiega Bergoglio -. Due settimane fa siamo arrivati a Città di Castello e abbiamo fatto un piano di emergenza per mettere in condizioni il Città di Castello di terminare il campionato di Eccellenza, continuando allo stesso tempo le trattative per rilevare la società. Fino ad ora credo che abbiamo raggiunto i primi obbiettivi che ci eravamo prefissati: abbiamo regolarizzato il debito che la società aveva contratto con la Federcalcio umbra, quindi dopo la partita di Cannara abbiamo saldato ogni tipo di debito verso i giocatori e l’allenatore Mambrini, saldando loro tutti i rimborsi arretrati. In più, in questi giorni abbiamo potuto capire la situazione regolamentare del Città di Castello e stiamo finendo di mettere a posto entro la metà di giugno anche il secondo step”.
- Di cosa si tratta?
Iniziare a parlare con l’amministrazione comunale, cui abbiamo già illustrato il nostro progetto che stiamo portando avanti e che ha dimostrato di aspettarci certamente volentieri. Ci siamo affidati a due professionisti presenti in città con i propri studi e che ci rappresentano in tutto e per tutto. Aggiungo che abbiamo già stipulato un preliminare e a giugno diventeremo proprietari effettivi della società.
- Cosa vi ha spinto, voi che siete stranieri, a rilevare il Città di Castello?
Più che uno straniero, sento Città di Castello come la mia seconda casa, perché da tanti anni coltivo e frequento amicizie nella piazza tifernate e questo è quello che ci ha spinto a fare questa operazione. Tra le altre cose bisogna anche considerare il fatto che siamo tutti appassionati di calcio, siamo professionisti e credo che riusciremo a mettere a punto un bel progetto, che dovrà come minimo avere durata decennale. Siamo consapevoli che la società non naviga in buone acque ed è per questo che siamo arrivati in anticipo rispetto a quanto avevamo programmato, perché così abbiamo scongiurato la radiazione della società.
- Cosa avete intenzione di realizzare in dieci anni?
Il nostro progetto ha dei pilastri importanti non solo per ciò che riguarda la prima squadra, ma lavoreremo per costruire un settore giovanile che ridia vitalità e credibilità alla società. Perché la Scuola calcio e i giovani sono le basi di una società di calcio e su questo punteremo molto. L’obiettivo finale è quello di riportare la squadra del Città di Castello in alto.

MANZANO

Il direttore tecnico Ezequiel Manzano gli fa eco: “Inizieremo a lavorare per costruire la nuova squadra. Abbiamo visto i ragazzi che ci sono e tutte le loro difficoltà che hanno incontrato a causa della loro giovanissima età. Però abbiamo notato che ci sono alcuni elementi che potranno far parte del progetto. Comunque stiamo valutando il tutto perchè non abbiamo preso decisioni definitive né per i giocatori, né per la guida tecnica”.
Un nuovo inizio o solo una promessa da mantenere? Il tempo dirà se il modello argentino, così come descritto, riuscirà a trasformare il Città di Castello in un progetto di successo. La città guarda con speranza a questa nuova fase, con l’auspicio che alle parole seguano i fatti.

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