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In tribuna al Palabarton

Due chiacchiere con Alberto Zaccheroni: lo scudetto al Milan, il Giappone e la passione per il volley

Luca Mercadini

14 Gennaio 2025, 14:57

Zaccheroni

Zaccheroni, Sirci e Colautti al PalaBarton

La passione per il volley, l’amicizia con Colautti e l’amore per il Giappone. Alberto Zaccheroni, 71 anni, ex tecnico, tra le altre, di Milan, Inter, Juventus era al PalaBarton in occasione del big match tra Sir e Itas, prima e seconda forza di SuperLega.

“Ishikawa è un vero talento”, attacca il mister di Cesenatico. “Sono affascinato dagli atleti giapponesi e il giocatore di Perugia mi piace davvero tanto”. Come il volley che segue ormai da tanti anni…

“Dagli anni ’70, quando la squadra della mia città, raggiunse la serie A, con tanti giocatori chiamati in Nazionale”.

Che partita è stata Sir Susa Vim-Itas Trentino?

Bella, sempre sul filo, intensa. Mi sono divertito, match con il fiato sospeso e un tie break infinito e palpitante. Peccato per Perugia, è la prima volta che vengo al palazzetto, avrei voluto farla coincidere con una vittoria”.

Che giudizio dà della squadra di Lorenzetti?

Ventidue vittorie di fila non vengono per caso. Team forte e solido, con una società alle spalle che ha le idee chiare. A me è sempre piaciuto vincere di squadra, ecco Perugia incarna tutte queste caratteristiche anche grazie a un club e a un presidente molto attento”.

Alla fine ha vinto Trento di un niente. Che ne pensa?

Credo che siano stati decisivi gli infortuni nel finale di Plotnytskyi e Ishikawa che hanno privato Perugia di due pedine fondamentali.

Torniamo, allora,  al giapponese. Che giudizio dà?

Quando si attiva mette paura, ha grandi qualità e può solo crescere. E’ completo, proprio come piace a me.

Quando parla del Giappone le si illuminano gli occhi. Perché?

Le dico solo una cosa, tanto per capire. Vorrei vivere in Italia e in Giappone contemporaneamente, ma non si può fare. Del Sol Levante e della sua gente sono innamorato. Dopo la malattia e la morte che ho visto negli occhi, la prima uscita l’ho voluta fare proprio tornando in terra nipponica.

Sarà mica perché alla guida della nazionale giapponese ha vinto una storica Coppa d’Asia?

Non lo so, mi chiedo sempre perché mi vogliono così bene e ogni volta che incontro un giapponese, dovunque vada, o mi chiede l’autografo o vuole fare una foto con me. Qualche famiglia ha pure messo il mio nome ai suoi figli. E persino il mio soprannome, Zac. Adoro quella terra, la considero casa mia. Tempo fa sono venuti a Cesenatico a trovarmi anche i miei ex calciatori della Nazionale, è stato molto emozionante.

Ogni tanto torna a Perugia…

L’amicizia con Giampaolo Colautti e la sua splendida famiglia e la distanza relativamente breve favorisce tutto ciò. E poi ho ricordi bellissimi: lo scudetto con il Milan l’ho vinto proprio al Curi il 23 maggio del 1999 con reti di Guglielminpietro e Bierhoff (1-2). Era l’ultima giornata di campionato. Di recente sono stato anche a Gubbio a trovare il mio amico Fabio Castellani, storico capitano del Riccione, agli albori della mia carriera di tecnico.

Tornerà ancora al PalaBarton?

Penso proprio di sì, il volley è uno sport che mi piace e al palazzetto si respira proprio una bella aria. Ho visto un gran tifo sugli spalti e tanto fair play. E poi c’è Giampaolo che è tifoso della Sir. Torneremo insieme, magari per i playoff. Ma stavolta voglio assistere a una vittoria di Perugia.

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