CALCIO
Il tecnico ternano Andrea Fabri
Andrea Fabri, ormai, è per metà venezuelano. E’ a Caracas da appena quattro anni, da quando Pamela Conti e il fratello Vincenzo, per tutto il “Prof” dei dilettanti dell’Umbria, lo hanno chiamato nello staff tecnico della Nazionale femminile venezuelana. Ma sono stati quattro anni che lo hanno cambiato, nel modo di pensare. E di parlare. “Tambien”, conferma il tecnico ternano classe 1986 che quest’anno ha guidato il Deportivo Miranda - l’ex Deportivo Italia, la società dei los azules (gli azzurri) espressione della colonia di immigrati italiani a Caracas - nella serie cadetta del Venezuela fino ai quarti di finale per la promozione in A.
NUMERI
Il campionato è terminato e così ne ha approfittato per staccare la spina e tornare nella sua Terni. “Abbiamo fatto una stagione importante perché abbiamo chiuso la stagione regolare al secondo posto con 47 punti in 28 gare, a -5 dalla prima, segnando 32 gol e subendone solo 18, circostanza che ci è valsa il titolo di miglior difesa di serie A e serie B”. Ma non è tutto. Tambien (anche, pardon) 11 partite senza sconfitte e 17 senza prendere gol. “Alla fine ci è andata male nei playoff - continua l’ex trequartista di Virgilio Maroso, Attigliano, Pozzo, Norcia e Bastardo - perché siamo usciti di scena ai quarti per un doppio pareggio (0-0 all’andata e 1-1 al ritorno, conclusosi poi 4-2 per gli avversari ai rigori, ndr) ed è sfumato così il sogno serie A. Ma ho tanti motivi per cui essere contento. Uno di questi è il fatto di aver lanciato in prima squadra ben otto ragazzi del settore giovanile del Deportivo, quattro dei quali hanno fatto anche il proprio esordio in Nazionale Under 17 e Under 18, giocando poi il Sub Americano per la qualificazione al Mondiale”. Fabri, quindi, ci riproverà perché, nonostante le offerte dal mercato di Sud America e non solamente, sembra intenzionato a continuare il proprio percorso al Miranda. “Vorrei portare avanti il progetto e riprovare la scalata alla massima serie - continua - perché l’eliminazione di questa stagione mi ha segnato. Allenare in Italia? Un giorno mi piacerebbe tornare, ma al momento è molto difficile”.
Servizio completo sul Corriere dell'Umbria di sabato 11 gennaio
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy