Cronaca
Gli ultras del Gubbio al Curi durante il derby con il Perugia
Gli scontri al termine del derby tra Perugia e Gubbio costano caro ai tifosi ospiti: sono nove, infatti, i Daspo emessi dalla questura nei confronti di altrettanti supporters rossoblù. Gli episodi risalgono allo scorso 15 settembre quando, dopo l’incontro allo stadio Curi, i tifosi eugubini hanno cercato di entrare in contatto con alcuni tifosi del Grifo nel parcheggio dietro alla curva Sud. Nel farlo, gli ultras del Gubbio, alcuni di loro con il volto travisato, hanno fronteggiato anche gli agenti della polizia impegnati nei controlli e che ha evitato che i fatti degenerassero.
Grazie agli approfondimenti svolti dalla Digos di Perugia, la visione delle immagini del sistema di videosorveglianza e le immagini realizzate dalla polizia scientifica, gli investigatori sono risaliti all’identità dei tifosi coinvolti. Il questore Fausto Lamparelli - vista la gravità delle condotte, il percolo per l’ordine e la sicurezza pubblica creati – ha quindi emesso i nove provvedimenti. Per otto tifosi eugubini il Daspo avrà la durata di un anno: i destinatari non potranno così accedere alle manifestazioni sportive di calcio, Coppa Italia, coppe internazionali e campionato. Per il nono tifoso, invece, il provvedimento avrà la durata di 3 anni.
Ai destinatari, spiegano dalla Questura, sarà, interdetto – a partire da due ore prima e sino a due ore dopo la conclusione della manifestazione sportiva – l’accesso e lo stazionamento in un’area ricompresa in 400 metri di distanza dai luoghi antistanti lo stadio, le stazioni ferroviarie interessate dall’arrivo o dalla partenza dei tifosi, i parcheggi pubblici serventi gli impianti sportivi, i luoghi di allenamento e i ritiri delle squadre di calcio, nonché, in un’area ricompresa in 200 metri di distanza dagli altri luoghi interessati alla sosta, al transito o al trasporto di coloro che partecipano o assistono alle medesime manifestazioni. L’eventuale violazione del divieto potrà essere punita con la pena di reclusione da uno a tre anni e con la multa da 10mila a 40mila euro.
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