Calcio story
Il titolo di un giornale dell'epoca (archivio Vareno Marcucci)
Il 30 dicembre 1973 successe di tutto allo stadio Liberati di Terni, durante un Ternana-Spal 0-1. Soprattutto al fischio finale, quando un nutrito gruppo di tifosi delle Fere prese d’assalto gli spogliatoi costringendo l’arbitro, Vittorio Lattanzi di Roma, a restarvi asserragliato per 5 ore. Salvo poi uscire, travestito da poliziotto, in una macchina della polizia solo intorno alle 22 (la partita era iniziata alle 14.30).
Lattanzi venne accompagnato alla stazione ferroviaria di Narni, per non farlo ripartire da quella di Terni, dove c’era chi lo aspettava pure lì, solo che a quell’ora non c’erano più treni per la capitale. Così, a quanto riferirono le cronache, rientrò a Roma in taxi. In campo, la Ternana di Enzo Riccomini, appena retrocessa dal primo, storico campionato in serie A, si stava avviando alla seconda promozione consecutiva nella massima serie, ma inciampò in questo atteso ko (sarebbe stato l’unico dell’anno al Liberati) contro la Spal.
Decise un autogol di Rosa, che di testa in tuffo mandò alle spalle dell’esterrefatto proprio portiere Nardin un bel cross teso dell’arrembante terzino “fluidificante” Vecchiè. Ma la gara fu consegnata alla storia, come detto, per ben altri motivi. Vittorio Lattanzi era il fratello del più famoso fischietto Riccardo (poi anche internazionale) e incappò, oggettivamente, in una giornata no. “L’arbitro ha preteso tutto per sé il proscenio, esibendosi in un non richiesto e fischiatissimo show personale”, scrisse un quotidiano dell’epoca. Che così spiegò ciò che era successo: “Al 19’ la Ternana potrebbe usufruire di un rigore per un fallo di mano evidentissimo di Colzato, ma l’arbitro lascia proseguire”. Poco dopo “Jacomuzzi in area viene steso e l’arbitro, con una trovata veramente peregrina, inventa una punizione a due in area per ostruzione”. Ma non basta, ancora il resoconto del quotidiano: “Un altro difensore spallino arresta con la mano il pallone correggendone la traiettoria in area”. E Lattanzi, di nuovo, fece proseguire. Poi, l’autogol di Rosa e, a fine gara, l’assedio.
MASIELLO Testimone diretto di quella domenica è Gianni Masiello (foto in basso), in campo in rossoverde col numero 2: “Ricordo la gran discesa di Vecchiè, il suo cross e la sfortunata deviazione del povero Angelino Rosa. Poi le nostre proteste per i rigori non dati e l’assedio allo stadio dei tifosi. Anche noi restammo negli spogliatoi in attesa che le acque si fossero calmate. Alla fine, però, quell’anno tornammo lo stesso in serie A”.
30 dicembre 1973 - TERNANA-SPAL 0-1
TERNANA: Nardin, Masiello, Platto, Gritti, Rosa, Benatti, Luchitta (1’ st Scarpa), Panizza, Jacomuzzi, Crivelli, Prunecchi. A disp. Geromel, Agretti. All. Riccomini
SPAL: Marconcini, Vecchiè, Lievore, Boldrini, Colzato, Croci, Donati, Mongardi, Goffi, Rufo, Pezzato. A disp. Fattori, Romano, Gambin. All. Fogli
Arbitro: Vittorio Lattanzi di Roma
Rete: 43’ pt Rosa (autogol)
Gli incidenti avvenuti allo stadio Liberati ispirarono una pellicola cinematografica che ebbe un certo successo giusto l'anno dopo, nel 1974, alcune scene della quale vennero girate proprio a Terni, fuori dall'impianto che era stato teatro dei fatti di quel 30 dicembre 1973. Si tratta del film "L'arbitro", per la regia di Luigi Filippo D'Amico, con Lando Buzzanca.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy