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Ravanelli: "L'Olympique diventerà grande e De Zerbi è super"

Luca Mercadini

14 Ottobre 2024, 14:58

Ravanelli e Rabiot

Ravanelli, dirigente dell'Olympique Marsiglia, presenta il neo acquisto Rabiot

Il primo grande sogno è stato quello di diventare giocatore. E il risultato ottenuto non ha bisogno di commenti. Il secondo grande sogno guarda al percorso dirigenziale. E la strada è stata avviata di recente con i primi segnali eccellenti. Fabrizio Ravanelli, 56 anni, perugino doc, da qualche mese è il consigliere istituzionale e sportivo di Pablo Longoria, presidente dell’Olympique Marsiglia. L’ex centravanti di Juventus e Lazio ha il compito di rappresentare il club e il numero uno della società francese per il quale sarà un intermediario privilegiato all’interno e all’esterno, anche di fronte alle autorità nazionali e internazionali. Un impegno severo? Sono molto contento – spiega Penna Bianca - Ringrazio presidente e proprietario dell’OM. Per me è un sogno che si avvera. C’è tutto per fare bene, compresa l’ambizione della società che vuole costruire nel tempo una grande squadra, ora terza nella Ligue 1.

Squadra che ha cambiato molto rispetto al recente passato? "Esatto. E’ in gran parte nuova. Abbiamo pensato a giocatori che avessero il Dna dell’Olympique: senso di appartenenza e voglia di emergere, proprio come nelle intenzioni del club. E dico che è stato fatto un buon lavoro che porterà lontano. La squadra ha ampi margini di miglioramento".

Come è stato il ritorno a Marsiglia dopo 25 anni? "Come detto vivo un sogno. Marsiglia ha voluto dire tanto nella mia carriera di calciatore. Mi sono trovato bene e sono sempre stato osannato da tutti. E qui è nato Mattia, il mio secondo figlio".

Ravanelli dirigente è una prima assoluta? "Direi proprio di sì, a Marsiglia ho giocato dal 1997 al 2000. Non sarei mai andato via se non fosse stato per problemi familiari. Mio padre stava morendo e volevo stare al suo fianco. E’ stata una situazione difficile. Ma oggi ho avuto la possibilità di tornare. Il ruolo mi piace, avere la possibilità di rappresentare il presidente anche a livello istituzionale mi rende orgoglioso, mi fa sentire importante. Dell’Olympique sono stato giocatore, poi tifoso e ora dirigente. Cosa chiedere di più?"

Insomma, Ravanelli alla Ibrahimovic? "Diciamo che ci sono delle similitudini ma Ibra sotto certi aspetti ha molti più poteri, in pratica decide tutto lui. Qui è diverso. Ci sono cinque figure che sono molto unite e vanno d’accordo, ma poi il verdetto finale è il frutto del pensiero di tutti. Del mio, del presidente, di Giovanni Rossi che è il consigliere dell’allenatore, di Benatia che è il direttore sportivo e del mister".

A proposito di De Zerbi che ci dice? "Grande allenatore. Lo conoscevo per fama ma non personalmente. A Marsiglia ho scoperto una persona che vive il calcio in maniera passionale. Ha coraggio e determinazione, qui ha affascinato tutti. Un grande uomo, di cuore. Non solo doti tecniche, c’è molto di più in questa persona".

La sua giornata tipica all’OM? Sveglia alle 7-7.30, doccia e colazione. Alle 9 in ufficio fino alle 19, ma può capitare di arrivare anche alle 22, 23. La mia vita si divide tra ufficio e campo, il 20 per cento riposo a casa.

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