CALCIO
Federico Turriziani festeggia
Non un gol decisivo, non la forza del gruppo, non un tecnico che insegna e una società che ti fa lavorare. O, forse, tutte queste cose insieme. “Piuttosto – fa Federico Turriziani -, se c’è un segreto dietro alla vittoria di questo campionato è il conoscere la cultura calcistica di questo Paese, esserne entrato nel tessuto sociale”. E nel cuore dei tifosi del St. Catharines Roma Wolves, lasquadra fondata nel 1967 dagli italiani emigrati in Canada, appunto, a due passi dalle Cascate del Niagara. Lì, il tecnico perugino classe 1981 ha messo le tende e, dopo tre anni, è stato promosso con la sua squadra in League 1 Premier, massimo campionato della regione, una sorta di serie A (più in alto c’è solo una Superlega senza retrocessioni in stile Mls). Festa grande anche a Montebello dove Turriziani vive con la moglie Melissa e a Madonna del Piano, dove risiede invece la madre e dove nei giorni scorsi – al suo ritorno dopo l’impresa – è stata organizzata una festa in suo onore da famiglia, parenti e amici.
“E’ stato emozionante vedere che gli affetti più cari erano lì a celebrare questo campionato vinto – racconta Federico -, mi hanno fatto commuovere e poi abbiamo festeggiato a dovere”. Come? “Con una bella grigliata – sorride -, la cucina umbra mi manca in Canada e quando torno mi ricarico”. Dicevamo della stagione chiusa nel migliore dei modi. “E’ stato un torneo incredibile – racconta Turriziani -, una storia da romanzo: siamo partiti malissimo, cinque partite un punto, ultimo posto e la mia panchina che, dopo il secondo ko di fila in casa, è stata messa in discussione. Poi è cambiato il mondo, siamo intervenuti sul mercato, abbiamo preso fiducia e da quel momento c’è stata la svolta: otto vittorie di fila che mi sono valse anche il titolo di miglior allenatore del mese di luglio nella League 1 Ontario”.
L’ULTIMA
Nell’ultima di campionato, sotto il diluvio, la squadra ha conquistato l’accesso ai playoff: “Sembrava quel Perugia-Juve con gol di Calori – fa ancora Turriziani -, scenario epico: pioggia battente e l’arbitro che, dopo due o tre lampi, come succede spesso in Nord America, voleva sospendere le gara a pochi minuti dal 90’. Stavamo vincendo e gli ho detto ‘nn te ‘nventà niente. Fischia la fine e stop”. Chissà se avrà capito, fatto sta che ha portato al termine la gara e il St. Catharines Roma Wolves è andato ai playoff. “Tre settimane senza giocare e poi il match dell’anno – sono ancora le sue parole –, non era facile. Tra l’altro, avevo sei ragazzi fuori per borse studio universitarie: siamo andati ai rigori e, con 4 dei 5 rigoristi della squadra out per crampi, l’abbiamo spuntata noi. Promossi”. Un’emozione incredibile, difficile da raccontare e anche da vivere. “Vero, per rendermi bene conto di quello che eravamo riusciti a fare, mi sono messo ai bordi del campo a vedere la festa dei 2.000 sugli spalti e di quelli dentro al rettangolo di gioco. Così, in silenzio, ad ammirare. E la lacrimuccia è scesa”.
LA SORPRESA
Come quando, giorni fa, Madonna del Piano si è mobilitata e vestita a festa per accogliere il figliol prodigo: “Con Melissa ci eravamo organizzati per andare a pranzo da mia madre ma, arrivati lì, mi sono accorto che lei si era organizzata invece per un pranzo... diverso. Ci sono cascato alla grande. E ringrazio veramente tutti, bellissimo, come vincere da italiano all’estero”. E ora c’è un futuro tutto da scrivere. “La squadra mi ha offerto il rinnovo e valuteremo insieme il da farsi – prosegue l’ex Torgiano dei miracoli, Pierantonio, Ellera, giovanili professionistiche del Cesena, Catania, Centese e con un’esperienza come match analyst dell’Azerbaigian di De Biasi -, ho tante offerte per fortuna e le valuto tutte, anche un eventuale ritorno in Italia”. Per fare il suo calcio.
I MODELLI
“Un 4-2-3-1 che, facendo le dovute proporzioni, si ispira al gioco di Del Bosque al Real o di Baroni ora alla Lazio. In passato, ho giocato anche col 3-5-2, quello di Cosmipunte che non sono numeri nove. Ma, appunto, questi sono solo numeri”. Sono i risultati che contano. “E le emozioni che ti danno” chiosa Turriziani.
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