Il girone B della serie C. E' considerazione comune: difficilissimo. Lo dicono anche gli addetti ai lavori, a cominciare da Stellone che ha guidato la Vis Pesaro recentemente ed è tecnico navigato. La questione merita, però, qualche approfondimento. Se parliamo di
squadre blasonate e di nobiltà calcistica, non ci sono dubbi. Con la Spal che vanta 24 campionati di serie A, l'Ascoli che si fa forte delle 16 apparizioni in massima serie, il Perugia e la Lucchese con 13, è chiaro
che le cose stanno così. Senza dimenticare gli 8 campionati del Pescara, i 2 della Ternana e il Carpi che ha partecipato a un'edizione recente con Castori in panchina. Ci sono poi le stagioni in B con la Ternana che detiene il record (31) e di serie C con l'Arezzo primatista (53). Senza dilungarci troppo, però, un conto è il passato (seppur importante), un altro è la realtà. Che dice cose ben diverse: la situazione del
Perugia è sotto gli occhi di tutti, la
Ternana del dopo Bandecchi non naviga nell'oro, l'Ascoli è in vendita, la Lucchese è da tempo che vivacchia in Lega Pro, il Pescara ha più di un problema, il Carpi è appena risalito dalla D. Il resto del mucchio non può ambire a grossi traguardi. Ma attenzione. Nessuno dice della Torres arrivata seconda nell'ultimo torneo (anche se il gioiello Ruocco è in vendita), dell'Entella che vanta buone disponibilità economiche e del Campobasso di Braglia che ha già strappato il difensore Mondonico al Perugia. Resta un fatto: un conto è il blasone, un altro la dura e concreta realtà con tante squadre che vantano nomi importanti ma finanze esigue. Dire, quindi, che si tratta di un girone difficilissimo non mi trova d'accordo.