Attualità
Unità di monitoraggio e ristori per coprire le spese di smaltimento degli animali deceduti. Si muove subito la Regione dopo l’epidemia di “Lingua Blu” registrata in una vasta zona della Valnerina (Cascia, Sellano, Vallo di Nera, Sant’Anatolia di Narco) e a Spoleto (nella frazione di Baiano). Da Palazzo Donini, infatti, fanno sapere che attraverso l’assessorato alle Politiche agricole in coordinamento con l’assessorato alla Sanità, è stata infatti attivata un’unità di monitoraggio e intervento per fronteggiare i recenti casi della malattia virale che colpisce principalmente ovini, ma anche caprini e bovini. “Ci è stata rappresentata la forte preoccupazione delle comunità e delle categorie agricole e ci siamo attivati immediatamente per monitorare la situazione e garantire supporto agli allevatori” dichiara l’assessore regionale Simona Meloni - Al momento, il focolaio è circoscritto, ma non per questo possiamo abbassare la guardia”. Alta resta infatti l’attenzione agli allevatori colpiti per i quali, fanno sapere che, pur non essendo attualmente previsti indennizzi da parte del ministero della Salute, la Regione si sta attvando per reperire risorse regionali con l’obiettivo di introdurre forme di ristoro almeno a copertura delle spese di smaltimento degli animali deceduti. “È nostro dovere - prosegue Meloni - assicurare vicinanza concreta a chi lavora in prima linea nelle nostre zone rurali. Siamo in contatto costante con i servizi veterinari e le associazioni di categoria per valutare in tempo reale l’evoluzione del quadro sanitario. È in corso un’attività coordinata di sorveglianza e aggiornamento, così da orientare con previsione ogni decisione”.
E a fronte dell’epidemia non ha perso tempo neppure Coldiretti Umbria che ha richiesto un “incontro urgente” alle istituzioni, in particolare quelle sanitarie e del settore agricolo regionale. “Occorre - si legge nella nota firmata dal presidente Albano Agabiti - mettere in campo tutte le azioni necessarie a tutelare la filiera zootecnica, per salvare le aziende cui va garantito tutto il sostegno possibile. La ‘blue tongue’ è una malattia trasmessa ai ruminanti da un insetto. Non colpisce l’uomo e non infetta il latte e la carne ma può comunque causare la morte dell’animale. È dunque indispensabile che vengano messe in campo tutte le azioni necessarie per arginare l’epidemia e sostenere con i possibili indennizzi le imprese agricole colpite, al fine di evitare ulteriori danni economici e salvaguardare il futuro della pastorizia. Gli allevatori attualmente sono costretti “a subire non solo la morte dei capi, ma anche i costi per lo smaltimento delle carcasse, riduzione della natalità e della produzione di latte. Alle aziende colpite - ribadisce Coldiretti - in questa fase servono soprattutto indennizzi e un piano per evitare la sua diffusione, insistendo sulla prevenzione. La lingua blu, che è causa anche dei cambiamenti climatici e in particolare dell’aumento delle temperature, rischia di aggravare la situazione di un comparto già in sofferenza, con conseguenze pesanti su tutta la filiera della carne e lattiero-casearia. È importante agire in fretta per mettere in sicurezza gli allevamenti e garantire compensi alle aziende zootecniche che non devono essere lasciate sole.
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