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Doc Spoleto, pronte le modifiche al disciplinare di produzione: come cambiano le regole per il Trebbiano

La proposta pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Tra le novità, la nascita del Trebbiano "riserva" al posto del "superiore" e la concessione della macerazione sulle bucce. Dal Consorzio tutela dei vini di Montefalco, il vicepresidente Antonelli: "Si sta discutendo la possibilità di richiedere l'ampliamento dell'areale"

25 Maggio 2025, 11:46

vino bianco

Pubblicata la proposta di modifica al disciplinare di produzione della Doc Spoleto

Nasce il “Trebbiano spoletino riserva” al posto del “superiore”. Potranno ottenere la Doc anche produzioni da vigneti a una quota media superiore ai 400 metri sul livello del mare. E sarà consentita la macerazione sulle bucce sia per il “Trebbiano spoletino” che per la sua versione “riserva”. Queste alcune novità contenute nella “proposta di modifica del disciplinare di produzione” della Doc Spoleto pubblicata giovedì in Gazzetta Ufficiale dal ministero dell’Agricoltura. Prima di entrare in vigore, però, dovranno trascorrere come da prassi i 30 giorni canonici entro cui eventuali interessati potranno presentare opposizione alle modifiche. L’iter avviato dal Consorzio tutela dei vini di Montefalco è dunque arrivato al capolinea dopo che è stato acquisito il parere favorevole sia della Regione, arrivato nel marzo 2024, che del Comitato nazionale vini Dop e Igp, emesso circa un anno dopo, precisamente il 16 aprile scorso. “Si tratta di modifiche importanti specie per la macerazione sulle bucce, perché molti produttori che utilizzano questo processo non si vedevano riconoscere la Doc, oltreché per l’introduzione della tipologia riserva”, ha commentato Filippo Antonelli, vicepresidente del Consorzio tutela dei vini, che ha poi spiegato come attualmente “la produzione annua della Doc Trebbiano spoletino giri intorno alle 200mila bottiglie che non sono sufficienti a soddisfare la domanda crescente registrata anche dall’estero”.

In questo quadro, Antonelli non ha solo spiegato che “i produttori stanno impiantando nuovi vigneti” di Trebbiano nell’areale della Doc Spoleto, che comprende parzialmente Spoleto, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Montefalco, Trevi e Foligno, ma pure che in seno al Consorzio tutela dei vini “si sta discutendo la possibilità di avviare l’istruttoria per richiedere l’ampliamento dell’areale della Doc Spoleto, andando a inserire porzioni di territorio ora ricadenti solo nell’areale della Doc e Docg di Montefalco”. In altre parole, si sta discutendo di inserire nell’areale della Doc Spoleto parti del territorio di Bevagna, Giano dell’Umbria e Gualdo Cattaneo.

Tornando alla “proposta di modifica del disciplinare” pubblicata in Gazzetta vale la pena segnalare che il “Trebbiano spoletino” per essere venduto con la dicitura “riserva” dovrà “essere immesso al consumo a partire dal primo maggio del secondo anno successivo a quello di vendemmia solo dopo aver trascorso un periodo di invecchiamento obbligatorio di almeno 18 mesi, di cui almeno 3 in bottiglia” e dovrà avere un “titolo alcolometrico totale minimo del 12 per cento”, a fronte dell’11,5 per cento previsto per il “Trebbiano spoletino”. Restano nel disciplinare, poi, anche le versione “passito” e “spumante”, mentre la modifica porterà con sé l’eliminazione dello “Spoleto bianco”, che non è mai stato rivendicato dai produttori dell’areale, cioè nessuno ha mai chiesto che una produzione ottenesse la Doc per questa tipologia di vino, per la quale è previsto anche solo il 50 per cento del vitigno, a fronte della quota minima dell’85 per cento prevista per il “Trebbiano spoletino” e pure per la sua versione “riserva”.


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